l'intervista

Morolo: Staffa a tutto tondo tra passato, presente e futuro

Ampia panoramica del tecnico dei lepini, dall'emergenza Coronavirus alle ambizioni per i prossimi anni passando per la carriera da giocatore

Forse troppo spesso equivocato a causa del suo carattere diretto, esplicito e perché no, innovativo, Gianluigi Staffa vive la pandemia come tutti chiuso nella sua casa a Roma: ''Non posso certamente lamentarmi - scherza ironicamente il tecnico del Morolo - ho il privilegio di avere tanti confort a casa mia: e con mia moglie e i miei figli, cerchiamo di passare il tempo praticando tanto sport in un’atmosfera leggerà dove prevale il relax”.


Il personaggio Staffa non si presta soltanto per discorsi prettamente calcistici: la sua inclinazione a svariare su tematiche anche attinenti al calcio ma profonde, è una caratteristica che lo identifica da sempre. "Del mio Morolo si è parlato poco ma va bene, non faccio calcio per ricevere attestati di stima pubblici anche se, ogni tanto sarebbe giusto ricordare quantomeno i fatti. A Civitavecchia ho indossato la fascia da capitano nel famoso team nero azzurro che ha fatto la storia. Come tecnico ho portato una squadra dalla zona retrocessione al quinto posto qualche anno fa e mi sembra che a parte qualche tifoso diffidente c'era sempre tanta gente entusiasta del gruppo creato allo stadio di via Bandiera. Da calciatore ho vinto molto, da allenatore negli anni successivi ho lasciato statistiche importanti agli archivi di molte squadre: ho subìto esoneri sì ma sempre per delle motivazioni molto particolari''.


Diretto e mai scontato l'ex calciatore e sempre capitano anche al Ladispoli oltre che all’Ostia Mare, affronta con estrema disinvoltura l'argomento del momento: l'emergenza Coronavirus e la ripartenza del calcio.' 'Ho fondato e sono stato presidente dell’associazione italiana calciatori dilettanti, mi sono battuto ed ottenuto alla fine lo svincolo per i calciatori di serie sotto i 25 anni  e il contrattino economico in serie D. Penso che ci sono momenti, passaggi, nella vita che inducono al cambiamento. Adesso sarebbe il caso di approfittare per studiare delle formule nuove per cambiare il sistema.  C'è tanto materiale su cui poter lavorare per una ripartenza giusta e soprattutto rispettosa dei diritti di ogni atleta: certo servono le idee che possono nascere da teste pensanti che amano questo sport. Come non pensare alla regola degli under, al rispetto degli accordi economici, alla ristrutturazione dei campionati  o all’impiantistica tanto per fare degli esempi”.


Si mormora spesso sottobanco che nel calcio non c'è meritocrazia. ''In Italia è complicato avere meritocrazia. Siamo un popolo che pone il concetto di famiglia in senso non lato, ma come espressione di una fiducia da accordare. Si tende insomma a riempire le caselle, magari anche strategiche, passando per un filo conduttore che predilige la conoscenza della persona come requisito talvolta principale piuttosto che per la sua competenza: così è dura per chi ha qualità e magari volgendo lo sguardo al Paradiso non vede Santi, suoi.."


Staffa la meriterebbe la sua opportunità, appunto meritocratica?

''Mi viene da ridere perché come rispondo rispondo male. Il mio curriculum calcistico parla da solo. Indubbiamente il calcio, almeno per me, non è unica ragione di vita ma certo mi piacerebbe confrontarmi e mettermi nuovamente alla prova in ambiti più professionali”.


Di giocatori importanti ne ha allenati tanti ma forse, non è il singolo poi a fare la differenza seppur può capitare.

“Finiamo di nuovo sul calcio in senso prettamente pratico. Sento parlare di schemi: gli schemi li sanno fare tutti, è difficile inventare qualcosa di nuovo. Per me invece contano le idee in funzione degli uomini che si hanno a disposizione. Nel calcio, usando una metafora, mi vengono affidate spesso scuderie e cavalli da rilanciare, mi sono specializzato nel gestire gruppi difficili e con poche risorse. Ora forse è proprio il momento di sfruttare questa mia esperienza fatta sul campo e magari un giorno mi chiamerà una grande scuderia che potrebbe avere bisogno di questo genere di allenatore”.

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