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15 Maggio 2020
Treccarichi (©Del Gobbo)
A ventuno anni ha già una buona esperienza alle spalle e soprattutto, ha vestito maglie importanti come quella dell’Ostia Mare e del Civitavecchia. Alessio Treccarichi è ancora, ad oggi, un promettente difensore in forza alla Virtus Nettuno. Questa settimana, è anche lui a mettere virtualmente in campo la Top 11 che, in pratica, ha poi scandito positivamente il primo tratto di una carriera tutta ancora da percorrere. “Come modulo scelgo il 4-3-3 -narra Treccarichi - un sistema di gioco che apprezzo molto poiché consente di essere equilibrati ma al contempo spavaldi”. Sciolte le riserve sullo schema si comincia, come sempre, dal pacchetto arretrato. “Tra i pali opto per Nencione: la classe di Maurizio è infinita, mi ha sempre guidato con autorità, la sua familiare voce che giungeva alle spalle infondeva tanta sicurezza. A destra Thomas Funari semplicemente perché è un esterno basso forte in entrambe le fasi, a sinistra Stefano Gallo meno potente di Tommy ma più rapido: si compensano. Al centro Roberto Gimmelli e Daniele Bricchetti: due maestri per me: esperienza e autorevolezza in Gimmo, eleganza e stazza imperiosa per Bricco: due top-player asssoluti. A centrocampo posizione come play basso Andrea Luciani: Lucio si è reso protagonista di una carriera memorabile, tatticamente è stato un calciatore eccelso dotato poi di una tecnica sublime. Ai lati di Luciani schiero Fabio Filangeri e Mario Di Ventura. Fabio ha una generosità in campo che non ha eguali, mentre Mario è un toro che non molla mai un centimetro. Nel tridente d’attacco a destra lancio Gigi Ruggiero che ha giocate da vero professionista: è poi imprendibile nell’uno contro uno. Dal lato opposto Matteo Laurato, giocatore che possiede un movimento di gambe superlativo e unico. Come punta di riferimento Matias Vegnaduzzo: l’argentino è un bomber di razza d’altri tempi, micidiale in modalità aerea e tenace oltre che duro nel corpo a corpo”. Una squadra formidabile, in pratica il Civitavecchia potenzialmente forse più intrigante degli ultimi anni. “In panchina - conclude il classe 1998 - va Gianluigi Staffa poiché è un’innovatore molto preparato sempre col sorriso sulle labbra, accanto a lui però mi piace ricordare Umberto Carmelino che per noi giovane era davvero un grande punto di riferimento”.
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