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L’INTERVISTA
10 Settembre 2020
Non ha mai avuto peli sulla lingua e ha sempre parlato in modo diretto, schietto, senza giri di parole. E’ stato così anche questa volta Claudio Solimina, tornato in estate all’Unipomezia, e pronto a vivere una stagione da protagonista. Ecco l’intervista integrale:
Buongiorno mister, innanzitutto come sta procedendo il lavoro estivo all’Unipomezia? E’ soddisfatto della rosa che le ha messo a disposizione la società? Quale è l’obiettivo con cui sta per iniziare la stagione 20/21?
“Fino ad oggi il lavoro è andato bene. Dopo 6 mesi di inattività, i ragazzi stanno lavorando con entusiasmo e concentrazione. I lavori graduali e di gruppo ci stanno portando ad un buon livello atletico e tattico. Ci vuole tempo perché la squadra è completamente nuova e c’è da lavorare ma resto molto fiducioso. Devo dire che insieme alla società e al direttore, siamo andati alla ricerca di profili che la pensassero come noi ed avevano in testa obiettivi importanti. Cercavamo giocatori mirati, pronti e che già hanno vinto in carriera campionati e Coppe importanti. Il nostro obiettivo, senza nasconderci come fa qualche mio collega, è quello di andare in Serie D e salire di categoria subito. Abbiamo lavorato per questo ed abbiamo una squadra importante e forte. Sappiamo anche che non sarà facile ma le premesse ci sono tutte”.
Quale è il pensiero di Claudio Solimina sulle altre contendenti per la vittoria finale del vostro girone? Quali considera come favorite?
“Il girone non è facile e la questione dei play-out allungati creerà sicuramente più problemi perché in qualunque campo andremo troveremo insidie ma se noi siamo una squadra importante e forte dobbiamo saper sopperire a questo. Oltre a noi la Tivoli in primis, Anzio, Pro Calcio Tor Sapienza, Monterotondo Scalo, Lupa Frascati e Palestrina saranno tutte squadre buone. Noi e la Tivoli abbiamo sicuramente una rosa più ampia delle altre, ma quelle citate nei 13-14 giocatori possono mettere i bastoni tra le ruote”.
Se dovesse scegliere i 3 migliori calciatori allenati durante la sua carriera chi citerebbe? C’è un errore fatto da calciatore o da allenatore che oggi non rifarebbe più?
“In carriera per mia fortuna dal 1999 che ho cominciato con i ‘grandi’ ad oggi ho allenato piazze importanti e giocatori forti, mi resta difficile sceglierne 3 e anche fare una formazione ideale, dovrei farne 3/4. Non rimpiango nulla, ognuno di noi ha un destino nella vita ed a livello calcistico. A sentire gli addetti ai lavori sono stato un calciatore mancato nel professionismo, addirittura qualcuno parla di Serie A perché dice che i numeri sono dalla mia parte. Si vede che doveva andare così e sono contento di quello che ho fatto con tanta umiltà nella mia vita. L’unica pecca da allenatore è che mi sono sempre accontentato del minimo indispensabile anche se nel 2000/2001 a Grosseto è passato il famoso trenino. C’è stato il salto di categoria in C2, avevo avuto anche delle richieste di mercato come la Sangiovannese in C1. Lo stesso mio errore del doppio tesseramento è accaduto anche a Roberto Mancini e Beppe Iachini nello stesso anno ma loro, ex giocatori professionistici, sono stati squalificati da marzo ad agosto. A me invece hanno aspettato il 14 maggio dopo la vittoria a Todi e mi hanno dato 7 mesi di squalifica fino al 31 dicembre. E’ passato il treno per provare a fare il professionista anche se 4-5 anni fa con un gruppo di Roma era uscita fuori una possibilità a Carrara e a Mantova ma non si è sviluppato nulla di concreto”.
Quale è il sogno di Claudio Solimina da uomo e da tecnico?
“Sono arrivato a 60 anni e non ho rimpianti: ho gioito, ho vinto, ho pianto, sono stato esonerato e sono felice così. Ho un solo pensiero: vincere questo campionato che forse è quello più importante di tutta la mia carriera”.
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