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l'intervista
Il direttore sportivo nerazzurro analizza il primo periodo di campionato vissuto dai nerazzurri ed inquadra la prossima sfida
09 Novembre 2021
Daniel D'Aponte, ds del Civitavecchia
La prima vera grande crisi all’interno di una carriera breve ma già fantastica, Daniel D’Aponte, direttore sportivo del Civitavecchia, la sta vivendo proprio in questi momenti. In riferimento al campionato solo 3 vittorie in dote ai tirrenici, undici punti in otto gare, decima posizione nella graduatoria generale: il piatto piange, decisamente. Domanda: Civitavecchia già fuori da tutti i giochi che veramente contano per una piazza così importante? D’Aponte è giovane ma ha già gli artigli affilati, una mentalità combattiva e non la pensa così. "I numeri dicono che non abbiamo disputato neanche un terzo delle gare di campionato. C’è molto da vivere e giocare. Naturalmente se vogliamo recitare un ruolo da protagonista in questo complesso girone A dobbiamo invertire la rotta in termini di risultati: questo mi sembra sia un concetto abbastanza chiaro per tutti". La sorte che, secondo alcuni illustri tesserati della Vecchia ha voltato le spalle al club nerazzurro, ora sembra abbia cambiato idea in merito; da qui fino all’Immacolata due trasferte, al Don Orione con la Boreale e il jolly infallibile Grifone Gialloverde: tutto ciò condito da gare interne con Fiumicino, Certosa e Campus Eur: potenzialmente una scorpacciata (15) di punti? "Non possiamo ragionare in questi termini -taglia corto D’Aponte- in questo momento il nostro status di squadra non ce lo permette. È più semplice e indicato rivolgere i pensieri unicamente alla gara di domenica in casa della Boreale: un match che per il Civitavecchia rappresenta un crocevia". Il ds sceglie la via della prudenza. Certo è che la piazza inizia a mostrare segni di insofferenza per una classifica che, a Largo Martiri di via Fani, desta più di una preoccupazione. "La decima posizione che occupiamo oggi deve rappresentare uno stimolo di rilievo. Il Civitavecchia non può stazionare nella zona play out. La rosa creata durante l’estate è stata allestita per ben altri obiettivi. Ora serve lavorare a testa bassa e vincere le partite". La difesa incassa moltissimo, l’attacco si sta reggendo su un centrocampista offensivo Panico. Ruggiero non è nel suo miglior momento, Pippi è atteso da tutti anche in campionato, Cerroni è reduce da un grave infortunio ed ha i suoi leciti alti e bassi. Potremmo discutere su un rigore che a 3 minuti dalla fine sarebbe più opportuno far calciare a Pippi, 37 anni, oltre 200 reti tra C, D ed Eccellenza, anziché a Cerroni ma nel calcio moderno le gerarchie a quanto pare regnano: Chalanaglou e la sua rabbia calcolata nel derby di Milano però ci insegnano il contrario. Siamo gente a cui piace testarle le sensazioni, leggerli i momenti e, in questo momento, la Vecchia, secondo noi ha un mese davanti a se, letteralmente decisivo: deve dare solo risposte sul campo. "Sì, la nostra voglia di uscire da questo impasse deve fare letteralmente la differenza. I mezzi tecnici e umani non ci mancano. Occorre la determinazione ora e la forza di volontà nel voler cambiare il corso di una stagione al momento troppo interlocutoria". E sì, pure il fato va aiutato, ora più che mai poiché “lui”, una mano, la tenderà.
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