Cerca
L'INTERVISTA
Il tecnico dopo le esperienze con l'Aprilia e il Formello, aspetta il giusto progetto
15 Settembre 2023
Fabio Calabresi, allenatore
Non sempre, ma in alcuni casi, per ripartire al meglio e stare sereni, bisogna dare un taglio netto con il passato. Così Fabio Calabresi, che ha chiuso a stagione in corso il suo rapporto con il Formello in Eccellenza femminile, spiega senza peli sulla lingua: "Ho lasciato la squadra a un punto di distanza dalla prima in classifica, ma con una gara da recuperare, a tre giornate dal termine del campionato. Il risultato che stava venendo fuori era chiaramente il massimo che si poteva attingere da un gruppo di giocatrici che, come poche realtà del calcio femminile, non venivano pagate. Inoltre, la posizione geografica della squadra, fuori Roma, non era una un punto a favore per la scelta delle giocatrici di sposare il nostro progetto. Stavamo facendo un vero e proprio miracolo sportivo, ma ci siamo lasciati nel momento clou di comune accordo. Purtroppo, pur essendo stata una scelta bilaterale, ci sono state delle divergenze sulla stagione in corso”. Il mister, ovviamente, di offerte ne ha ricevute di numerose, e di certo non lo nasconde: "Era quasi tutto fatto con una squadra in Eccellenza siciliana. Non si è concretizzato nulla perché ci sono stati dei problemi nel portare il mio staff per intero in terra sicula. Certamente senza il mio staff non vado da nessuna parte. Non sono mancati neanche interessamenti da parte di categorie Elite, quali under 17 e 19, ma anche li ci sono state diverse vedute su alcune situazioni che non hanno portato all’esito positivo della trattativa". Coach Calabresi ci tiene a tener ben presente un criterio fondamentale nella sua preferenza, ipotetica, ad un progetto nel calcio femminile, a differenza di quello maschile: "Nel calcio maschile, nella maggior parte dei casi l’ambiente è logorante, oppressivo. Il risultato è sopra ogni cosa, anche della formazione dei ragazzi. Puoi trovare elementi in under 19 che mancano di fondamentali. Anche la sconfitta ormai non deve esistere. Allenatori e formatori che ormai hanno solo voglia di vincere e non di allenare. Il calcio femminile, da questo punto di vista, è ancora abbastanza sano. Un calcio ancora più genuino, dove la crescita delle calciatrici è importante e dove l’esasperazione del risultato non arriva fino all’inverosimile. Si mi piacerebbe molto ripartire da qualche squadra femminile, dopo che c’erano stati contatti importanti con una squadra di Serie C femminile".
EDICOLA DIGITALE
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni