Quattro campionati vinti (3 di Eccellenza di cui 2 col Civitavecchia, 1 con l’Ostia Mare), una Coppa Italia di Promozione alzata al cielo, con la Compagnia Portuale di Civitavecchia, i play off di serie D, raggiunti coi gabbiani dell’Ostia Mare. Paolo Caputo ha un curriculum di tutto rispetto. Molti lo definiscono un mister vecchio stampo ma, in realtà, Caputo è un precursore dei tempi, amante del bel gioco ma pure del pragmatismo; la piacevole chiacchierata, intrapresa ai margini del match tra Civitavecchia e Aranova di Coppa, svelerà il perché.
Allora Paolo, partiamo dal Civitavecchia; l'ultimo tuo Civitavecchia...
"È stata un’esperienza gratificante, lo è sempre, per me, quando si tratta di colori nero azzurri. Il percorso si è rilevato positivo. Spero di aver lasciato un buon ricordo. Per un soffio non abbiamo centrato i play off, peccato, ma credo che è stato costruito tanto durante l’annata passata".
Il direttivo del Civitavecchia ha deciso di cambiare letteralmente volto alla compagine nerazzurra.
"Le scelte societarie sono state evidentemente ben ponderate. Parliamo di persone competenti, che hanno a cuore il bene del club. Al Civitavecchia auguro il meglio".
Il girone A di Eccellenza fa paura, come la mettiamo coi pronostici?
"Pomezia e Amatrice Rieti sono partite spedite, con grande autorità. Hanno organici importanti per la categoria, diversi giocatori di alto livello; alcuni li ho allenati e con piacere. Naturalmente, il Civitavecchia può concorrere per i primi posti, così come la W3 Maccarese ed il Montespaccato. Il Valmontone non ha scattato allo start, ora ha cambiato allenatore, le aspettative sono alte poiché il parco giocatori è di pregevole caratura. Mi intriga la Luiss, così come il Viterbo FC, l’Aranova pure ha molta qualità anche nei cosìddetti ricambi. Il Villalba ha un roster avvezzo alla categoria, oltre ad un tecnico bravo e navigato, la Romulea è partita forte, ha tanto entusiasmo. Insomma un campionato complesso che potrebbe magari, presto, presentare due tronconi; chi lotterà per il vertice e le prime piazze, chi dovrà fare punti in funzione della categoria da mantenere, con la sensazione che la quota salvezza sarà più bassa rispetto agli anni passati".
Quelli come te sono costretti, giocoforza, ad aspettare.
"Faccio calcio da parecchio tempo, qualcosa ho vinto, l’esperienza che ho accumulato è frutto di anni contraddistinti dal sacrificio per uno sport che amo e la passione per un mestiere che cerco di svolgere in maniera professionale. Condivido l’idea di massima che predilige la novità in panchina piuttosto che il famigerato usato sicuro. Il ruolo dell’allenatore però resta probabilmente il più delicato in assoluto. Una scelta non in linea con le aspettative complessive della società può originare dei problemi, delineando magari una stagione, talvolta in maniera irreparabile".
Si parla tanto di giovani da valorizzare, tu ci hai sempre lavorato. Spiegaci dal tuo punto di vista come si fa.
"Io i giovani, in funzione della prima squadra li ho sempre iniziati a valutare nel campionato Allievi cioè all’età di 15/16 anni poiché ritengo che lavorare su un ragazzo a quell’età è il massimo. Ho aggregato sempre Allievi, in ritiro, nelle prime squadre che ho allenato".
Tutto qua?
"No, anche la società deve fare la propria parte. Credere nel progetto per prima. Fondamentale è pure il ruolo dei veterani del gruppo. I giocatori esperti devono aiutare i ragazzi. Ad esempio, a me personalmente, non pesa far parte di un progetto tecnicamente sulla carta ridimensionato, con tanti ragazzi, l’importante è avere dei riferimenti in campo, un leader esemplare almeno in grado di garantire compattezza, crescita. In definitiva, poi, è salutare vivere il percorso tutti insieme serenamente con le pressioni giuste, quelle che nel calcio sono essenziali".
Dove ti vedi in un'ipotetica nuova esperienza calcistica?
"Dove c’è stima e fiducia nel sottoscritto. È importante capire bene i programmi e le aspettative sin dal principio poi, si può lavorare in un determinato modo. I risultati sono sempre la conseguenza di un determinato modo di fare ed essere".