Dal 1 luglio si è ufficialmente conclusa l'esperienza di Marco Ardone con il Rom a City. L'ex allenatore dell'Itri ha ricoperto con gli arancioblù il ruolo di vice di Agenore Maurizi confrontandosi con il campionato di Serie D, raggiungendo un piazzamento ai play off nel girone F. Ora è il tempo di voltare pagina, ma intanto il tecnico ripercorre l'ultima annata. Ecco la sua intervista.
Partirei proprio dall'ultima stagione in cui ti sei confrontato in Serie D con una grande società. Che porti dietro da questa esperienza?
"Innanzitutto il piacere di aver lavorato con dei ragazzi eccezionali. Un'esperienza importante che mi ha fatto crescere molto sotto ogni punto di vista, dalla gestione dei giocatori alla conoscenza di una categoria importante come la D in un girone difficilissimo come quello F, che si è poi rivelato una mini lega pro viste le piazze importanti come Campobasso, San Benedetto, L'Aquila, Chieti, Avezzano, per citarne alcune. Di questo ringrazio ancora la faniglia Doino e Agenore Maurizi per l'opportunità di contribuire ad una stagione culminata con il raggiungimento dei play-off e faccio a tutta la società un grosso in bocca al lupo per il futuro. Ogni esperienza ti lascia tanto e ti insegna cosa fare e cosa evitare di fare nelle avventure future. Ne farò sicuramente tesoro".
Terminata la stagione il telefono ha squillato con offerte anche interessanti... Ci vuoi dire qualche retroscena?
"Sappiamo che il mercato degli allenatori è molto complesso e spesso collegato a dinamiche non sempre di campo e di merito. Sin da subito le offerte sia in Eccellenza che in D, non sono mancate, di cui una anche in Campania; poi normale fare delle valutazioni e chiedere delle garanzie anche in termini di progetto e se queste non vengono garantite per me meglio aspettare e continuare nello studio formandosi ancora".
Che progetto cerchi ad oggi?
"La risposta è collegata in parte a quella della domanda precedente. Prima della categoria, dell'aspetto economico e dei budget a disposizione della squadra, mi piace valutare la serietà e la professionalità delle persone che compongono la società e sopratutto le strutture a disposizione. L'allenatore non fa miracoli o meglio non li può fare da solo, deve essere supportato da una dirigenza seria e che ti dia mezzi, fiducia e tempo. Questi i presupposti che cerco poi il resto è secondario che non significa allo stesso tempo poco importante".
Il futuro sarà ancora in Serie D?
"Doveva esserlo fino a pochi giorni or sono ma come precisato in premessa alla risposta di offerte interessanti, le scelte di mercato sono spesso influenzate da altre dinamiche lontane da quelle di campo e di merito. Bisogna prenderne atto con serenità, non scoraggiarsi e lavorare per farsi trovare pronti ad una proposta che spero possa presentarsi a stretto giro. È questa la mia mentalità, perseveranza e tenacia; solo 8 stagioni fa, ho avuto la fortuna di partire dal basso allenando prima fantastici ragazzi under 16, dai Provinciali agli Elite, poi in prima squadra, Eccellenza, grazie alla chiamata del Ds Paduano Danilo con cui abbiamo condiviso un grande lavoro ed infine la D, un percorso che mi ha fatto crescere anno dopo anno e che reputo essere solo all'inizio".
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