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l'intervista
03 Settembre 2024
Patrizio Presutti, presidente del Civitavecchia (Foto ©De Luca)
La presidenza di Patrizio Presutti al Civitavecchia perdura per il quinto anno consecutivo. Per un “ragazzo” di 44 anni, forse un piccolo record chissà, comunque un grande traguardo raggiunto, con fatica certo, tanta, ma anche attraverso quell’infinita passione per il calcio che lo avvolge da quando era solo un bambino. "Il calcio -racconta- è nella mia vita da sempre. Un grande, probabilmente eterno, amore che mi è stato trasmesso sin da tenera età. Sono un presidente sì, ma prima penso di essere uno che adora il calcio, nella sua essenza primordiale".
La Vecchia dal retrogusto portuale, consegnata ad una città diffidente e criticona, che creatura è Presidente? "Una creatura a prescindere per me e per i miei più fidati collaboratori, meravigliosa. Al Civitavecchia ho destinato una parte, forse non ragionevole, importante. Spesso sono andato contro tutti ma ho portato avanti la mia battaglia e l’ho fatto con coraggio, devozione, tanta fermezza. Noi gente del Porto, lo sappiamo, non arretriamo mai di un millimetro, soprattutto dinanzi alle difficoltà".
In questi anni, durissimi personalmente, quanto si è sentito solo? "Tantissimo non lo nego. La vita ti mette dinanzi a prove atroci, quando pensi di superarle magari ne arrivano altre diverse ma non per questo meno complesse, che si sommano, destabilizzando comunque il tutto. Io, comunque, non ho mai pensato seriamente di mollare, al cospetto delle innumerevoli difficoltà. Il Civitavecchia, per me, è una missione quasi religiosa, ma attenzione, questi cinque anni, qua, valgono venti anni di presidenza da altre parti".
Perché poi, sostanzialmente? "Perché le pressioni sono enormi. La piazza ha un’appeal sensazionale nel Lazio e, forse, anche oltre. Questo lo sa chi sta nel calcio da sempre. Sappiamo entrambi che Civitavecchia ha le sue peculiarità, i suoi umori, i suoi subdoli chiacchiericci divertenti talvolta ma anche fastidiosi, per chi ha delle responsabilità e deve onorarle coscienziosamente e concretamente, coi fatti".
Due quarti posti, un quinto ed un terzo posto, una Coppa Italia vinta; questo il suo score Presidente da quando è al timone del club nero azzurro... "Paolo Caputo, Massimo Castagnari, Stefano Manelli, Raffaele Scudieri, sono gli allenatori che ringrazio, per aver condotto con professionalità la squadra verso traguardi mai ottenuti negli ultimi trent’anni dalla Vecchia. Forse abbiamo fatto la storia o, forse ai posteri vivremo storie migliori, me lo auguro veramente di cuore. Credo che, comunque, qualcosa è stato fatto".
Arriva il campionato, domenica debutto interno con l’Ottavia... "Nel precampionato è importante lavorare sodo e lo abbiamo fatto; ora è fondamentale partire col piede giusto, giochiamo in casa e, l’obiettivo, è raccogliere i tre punti. Siamo consapevoli che sarà un’annata complessa. Abbiamo allestito una squadra in grado di competere senza timori, in un girone comunque d’acciaio. Vorrei vedere lo spirito di appartenenza in tutti poi, ci sarà da lottare, con la giusta rabbia sportiva e quel sentimento che, deve vedere la Vecchia fiera, senza paure, affrontare gli ostacoli, che saranno tanti".
E, forse, Presidente, col vento cambiato in città, e, il nuovo ingresso in società da parte di un asso come Massimo Mecozzi si sentirà meno solo... "Massimo Mecozzi, prima che un’imprenditore di successo è una persona dal valore umano profondo e significativo in un mondo dove i valori di una volta, purtroppo vanno a scemare. Mecozzi per il Civitavecchia significa stabilitá e quella lieta predisposizione, a pensare magari ancora più in grande. Per quanto concerne il vento può capitare che cambi, siamo in una città di mare del resto, è normale. Navigare in buona e fraterna Compagnia però può aprire orizzonti diversi; albe e tramonti mutano; è la vita, può ripartire sempre da qualcosa di positivo".
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