L'intervista
Romagnoli a tutto tondo: il professionismo, il Civitavecchia e le ultime parate
L'intervista all'estremo difensore nerazzurro: "Con la giusta mentalità si può arrivare lontano"
Dopo una vita alla Roma, le ulteriori esperienze formative con Renate, Pistoiese, Spartak Mosca, Catanzaro e Virtus Francavilla, il noto portiere civitavecchiese Andrea Romagnoli è tornato a casa. Per i nero azzurri un innesto di grandissimo spessore, fondamentale per questo avvio di campionato, interpretato in maniera travolgente, in positivo, dalla Vecchia. Per il classe 1998, interventi decisivi, in tutti gli incontri vissuti sin qui dal Civitavecchia, da quando è iniziato il cammino nell’Eccellenza 2024/2025.
"Sono contento di essere tornato a casa mia, al Civitavecchia -racconta Andrea Romagnoli al termine dell’allenamento pomeridiano andato in scena nell’uggioso e piovoso, teatro del Tamagnini- cercavo stimoli diversi e li ho trovati, sposando questo progetto societario, targato Presutti-Mecozzi".
L’avvio del campionato è stato molto positivo Andrea concordi?
"Sì, non siamo ancora al massimo delle nostre potenzialità, ma la strada intrapresa, è corretta".
I risultati aiutano...
"Ovvio. Siamo ad otto punti e sono tutti punti guadagnati, sudati".
Qual è la virtù migliore di questo Civitavecchia?
"Sappiamo essere cinici quando la partita lo richiede. Ad oggi è andata sempre così e, aggiungo, non è casuale".
Dove potete migliorare?
"Per arrivare al raggiungimento di certi traguardi la testa è fondamentale. Bisogna ragionare sempre in un’ottica di miglioramento costante, da cercare e pretendere".
Ti senti un leader in questa nuova realtà?
"Provo ad esserlo perché comunque ho accumulato tanta esperienza alla Roma prima e nel professionismo poi. L’umiltà però è la priorità in tutto. Anche se sono in Eccellenza mi alleno e mi impegno come se stessi in categorie più alte".
La serie A l’hai assaporata...
"Sono stato nella Roma allenata da Eusebio Di Francesco, ero il terzo portiere, durante quell’annata; l’anno della semifinale di Champions per la Roma".
Cosa ti porti dietro da Trigoria, dalla vita in giallo rosso?
"Ho fatto calcio in un contesto di alto livello, ne vado fiero, ho imparato tanto e sono cresciuto sotto ogni aspetto. Fare il calciatore nei professionisti è una grande emozione ma per me, a livello di mentalità, ora non cambia nulla. Quello che ho dentro, lo porto in dote al Civitavecchia".
Facciamo un inciso sulla parata, su Di Mario, al Caslini di Colleferro; una parata, la tua, di cui sta parlando almeno tutto il Lazio, grazie ad un video amatoriale che circola: come è stata?
"È stata istintiva. Ero nel posto giusto, sono stato molto reattivo".
Il Civitavecchia come lo vedi e, come lo pensi in prospettiva futura?
"Noi stiamo lavorando bene ma possiamo ancora fare di più. Si può e si deve migliorare. Con la giusta mentalità si può arrivare lontano, i mezzi per vivere una bella stagione ci sono tutti".
E tu, come ti vedi ora?
"Bene. Sono partito dall’inizio con tante buone aspettative. Mi sento sereno, soprattutto perché al Civitavecchia c’è l’atmosfera ideale per fare calcio in tranquillità; e questa, per me ora, è la cosa che più conta".
Ragazzo semplice, umile, che non ostenta il suo talento naturale; lui Andrea Romagnoli, potrebbe farlo, ma viene da altre galassie calcistiche e, in fondo, a casa sua, al Civitavecchia, può solo mostrare chi veramente è; un prodigio, che ha fatto calcio ad altissimi livelli ma che rispetta la natura delle cose, nella sua vera essenza. È la cosa più bella che c’è.