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L'intervista
04 Dicembre 2024
Colantoni (a sinistra) foto ©De Luca
Nel primato della W3 Maccarese c’è il lavoro paziente e coerente della società, c’è una squadra che lotta per un’ideale ma, soprattutto, emerge la figura di Francesco Colantoni; un allenatore che vive in maniera sana lo sport che ama, ben consapevole che, soltanto il duro lavoro, la perseveranza nel portarlo avanti e, una buona fiducia in ciò che si fa, porta poi a risultati, duraturi nel tempo.
Mister allora, la partita col Rieti è il manifesto ideale di una W3 Maccarese che non smette mai di rimodularsi, in meglio.
"Io innanzitutto ti ringrazio. Il nostro motto è semplice; bisogna credere in quello che si fa. Dopo lo spareggio col Terranuova Traiana era veramente difficile ricostruire velocemente una nuova identità competitiva. Con pazienza ma anche coraggio, ci siamo dedicati alla creazione di un nuovo gruppo, tenendo conto dei nostri parametri economici e, del valore umano di un parco giocatori che, necessitava di ritocchi e non, di stravolgimenti".
La vostra virtù principale, dopo il play off nazionale perso, quale è stata?
"I nostri calciatori potevano andare ovunque; avevano, praticamente tutti, richieste importanti. Damiani ad esempio, era troppo fuori budget per noi dopo il record assoluto di gol realizzati in una sola stagione che aveva meritatamente anche col sostegno dei suoi compagni, ottenuto. La bravura della W3 è stata quella di coinvolgere emotivamente gran parte dei protagonisti della splendida annata 2023/2024, verso un nuovo corso da vivere insieme, con affetto reciproco e serenità".
La proprietà del club e la pacata filosofia che la contraddistingue, quanto incidono sul rendimento della squadra?
"Molto. Alla W3 Maccarese non abbiamo pressioni esasperanti. Si fa calcio in un determinato modo, c’è l’ambizione, lecita, di voler competere sempre a buonissimi livelli; ciò, avviene, perché la programmazione è ben ponderata ed è all’insegna della sostenibilità: un fattore che, visti i tempi che corrono, ci rende originali".
Faccio due nomi; Talamonti e Follo: che mi dici?
"Talamonti lo abbiamo preso dall’Ostia Mare con cui abbiamo ottimi rapporti. È un ragazzo che ha un grande potenziale. Ha solo 21 anni ma si disimpegna con una certa disinvoltura, come centrale difensivo, in una retroguardia a tre. Ha margini di miglioramento notevoli".
Detto da un ex centrale di grande livello come te sembra quasi un’investitura.
"Il ragazzo deve continuare a lavorare. Col sostegno di compagni come Guiducci, e Catese, può progredire velocemente nel processo di crescita".
E dell’erede di Damiani, Follo; i tre goal segnati al Rieti lo incoronano? Come la mettiamo con lui? È un crack...
"Lo abbiamo preso dal Casal Barriera e lui si è messo subito a disposizione con tanta umiltà. Ha sofferto inizialmente il paragone con Damiani ma è normale. Gli siamo stati vicino perché era giusto farlo. Parliamo di un ragazzo con dei sani principi; un calciatore molto volenteroso, naturalmente abile tecnicamente, oltre che, tatticamente. Sono contento per Follo, merita questo particolare momento di gloria".
In conclusione mister, di questa W3 impressiona il ritmo forsennato in campo che tiene; segreti, a tal proposito?
"Lo staff che mi circonda con dedizione e professionalità lo reputo di primissimo livello per la categoria; Emiliano Leone, Matteo Salvati e Gabriele Mazza, sono figure fondamentali per far sì che, il lavoro quotidiano sul campo risulti produttivo e poco stancante anche mentalmente per i ragazzi. Sostanzialmente ci alleniamo in maniera abbastanza spensierata; la preparazione al match ufficiale è oculata in ogni dettaglio. La motivazione ad emergere all’interno di un contesto dove ci sono realtà economicamente più potenti della nostra, ci spinge a dare il massimo. In fondo, allo Stadium facciamo essenzialmente calcio, semplicemente calcio".
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