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speciale coppa italia
21 Gennaio 2025
Andrea Bussone, tecnico del Montespaccato (Foto ©GazReg)
Andrea Bussone vuole riprovarci, a distanza di 6 anni. Come lo fu allora anche stavolta c'è in ballo un trofeo che profuma di storia. Ritrovi una finale già vinta in passato.
Che sensazioni hai? "Ricordo ancora nitidamente la sera prima, una notte insonne, il giorno seguente arrivai per primo al Tre Fontane, ma riuscii a scaricare l'ansia soltanto durante il riscaldamento. È un’emozione che auguro di provare ad ogni calciatore, staff tecnico e Presidente almeno una volta nella vita calcistica. A proposito della Coppa 2019, consentimi di dedicare un pensiero al Nuova Florida attuale: dove esistono solide radici come quelle create da Danilo Pinzi e dai Capanna, ogni momento complicato può essere superato! Per quanto riguarda il Montespaccato, questo gruppo di ragazzi meritava di viverla già nella stagione scorsa, sono felice che in questa ci siamo riusciti. Ho il privilegio assoluto di riviverla e già so che le emozioni e le ansie saranno comunque le stesse".
Da allora hai maturato tanta esperienza anche in D. Che allenatore ti senti ora? "Sono sicuramente meno testardo e presuntuoso; oggi sono consapevole che non si è mai abbastanza preparati: il calcio cambia continuamente, come i ragazzi da allenare. Rispetto a quando ho iniziato in cui tutti sogniamo il professionismo, oggi il mio obiettivo è cercare di valorizzare i giovani. La mia più grande soddisfazione sono i tanti ragazzi a cui ho semplicemente dato fiducia e che ora calcano i palcoscenici del grande calcio. Da Iacoponi a Katseris, da Persichini a Coratella, passando per D'Uffizi e Minnocci. Spero che anche De Gregorio e Rotondo abbiano in futuro questa occasione perché se lo meritano davvero!"
Questa finale, storica per il club, è un punto di arrivo o un nuovo punto di partenza? "Deve essere un punto di partenza, a Montespaccato abbiamo ricostruito in questi due anni un ambiente in cui l'obiettivo deve essere primeggiare in ogni competizione sempre e comunque, come lo fu lo scorso anno. Mi permetto di consigliare al Comitato, che ha avuto la felice intuizione di scegliere il Salaria Sport Village come sede, dalla prossima edizione di far giocare la finale di domenica alle 14.30 sospendendo il campionato per avere le migliori condizioni per prepararla senza fare calcoli. Ai ragazzi ho già detto che non faremo turnover".
Qual è stato il momento in cui hai capito che potevate puntare al trofeo? "La Coppa era un obiettivo fin dalla preparazione, non abbiamo mai fatto calcoli. Dai quarti abbiamo sempre affrontato le capolista dei loro gironi nel loro miglior momento di forma. Come detto ai ragazzi la Coppa è qualcosa di prestigioso, anche se il campionato deve rimanere la priorità. L'ostacolo più grande per arrivare alla finale è stato il ritorno con l’ottimo Certosa dopo il 2-2 in casa".
Dall'altra parte ci sarà il Valmontone, per tutti la squadra da battere... "Il Valmontone era ed è la squadra da battere, ma in una finale si annullano tutti i valori. Confrontarsi con i migliori è sempre stato lo stimolo più grande che mi ha spinto ad allenare, e che ho provato a trasmettere ai ragazzi. Sono contento e orgoglioso che mi troverò a lato di Stendardo: è un ragazzo speciale, abbiamo frequentato il corso di UEFA A insieme e non ha mai fatto pesare il suo passato da calciatore importante".
Quale potrebbe essere la chiave della partita? "Ognuna delle due squadre cercherà di valorizzare al meglio i propri punti di forza, sicuramente il Valmontone si affiderà molto sulle sue individualità, mentre noi cercheremo la chiave nel collettivo e nell’equilibrio tattico".
Pensi possano bastare i 90'? "Molto probabilmente sì". Quale potrebbe essere il giocatore decisivo per il Montespaccato? "Damiani, mi ricorda il Batistuta della Roma, nei match che contano si è caricato la squadra sulle spalle Con il suo ingaggio il Presidente ha alzato l'asticella".
Se dovessi fare un pronostico? "Lasciamo stare, non ci prendo neanche nella Serie A…"
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