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Civitavecchia, segnali d'allarme: il pari con l'Ottavia lascia qualche interrogativo
Rispetto alla prima parte di stagione i nerazzurri non hanno più lo stesso passo ed i punti persi nei confronti delle dirette concorrenti sono il sintomo più chiaro di qualcosa che non va
L’Ivo di Marco sulla Trionfale non sarà mai una Waterloo per due motivi; non c’è un Napoleone ma, soprattutto, niente è finito e tutto, tanto, è ancora da giocare. Però, la partita pazzamente buttata via dal Civitavecchia con l’Ottavia desta perplessità, riflessioni: è una disfatta. Quella contro i biancazzurri è, probabilmente, il punto più basso toccato dalla formazione di Castagnari da quando il Civitavecchia ha iniziato a volare alto, fino ad avvertire, chissà, vertigini.
Analisi I nerazzurri battono il Certosa, in trasferta, dopo lo schiaffo per mano di Tilli della Tivoli, vengono travolti dalla Viterbese in dieci per trequarti di match. Cadono all’inglese nello scontro diretto col Valmontone, si rialzano grazie ad una performance strepitosa di Vittorini col Pomezia, steccano il derby con il Ladispoli, rischiando nel finale, di capitolare. E veniamo al 2025. Al Tamagnini la Sorianese gioca una partita più che onorevole, assapora il successo grazie ad una stoccata di Cristian Vittorini, subisce una rocambolesca rimonta nei minuti di recupero durante i quali, ancora una volta, grazie un glaciale e delizioso assist per Luciani, è Manuel Vittorini, a troneggiare. Siamo giunti alla resa dei conti di Maccarese: gara clou. Il Civitavecchia gioca con carattere, concede alla quotata W3 ma stuzzica, colpisce, anzi non colpisce perché stavolta, Vittorini, è si in versione show ma come suggeritore, non assecondato, involontariamente, dai suoi compagni. Al novantesimo la Vecchia è sotto 2 a 1, perde sangue ma Laurenti, tramite un calcio d’angolo follemente battezzato da Trovato, cicatrizza una ferita su cui, Avellini, getta attimi dopo, del whisky sopra: rammarico, tanto, sì ma anche scampato pericolo.
L'ultima sfida Siamo così di nuovo sulla Trionfale. Vittorini indossa mantello rosso e martello divino; segna ben due reti. A tre minuti dalla fine, l’ex Alessandro Di Mario in versione defribillatore, rianima l’Ottavia che, pochi istanti dopo, getta nello sconforto più profondo che si possa immaginare il mondo nerazzurro: è un’ecatombe psicologica. Tre pareggi nelle ultime quattro gare per il Civitavecchia. In questo lasso di tempo Valmontone e Viterbese hanno preso 6 punti alla Vecchia, 2 la W3 Maccarese. Due le chiavi di lettura. La più probabile; il ritmo tenuto dal Civitavecchia nel girone di andata è stato troppo elevato per una squadra forte sì, ma non così tanto da tenere lo stratosferico passo sostenuto. La seconda, meno probabile ma non per questo poco attendibile; il Civitavecchia è un po’ in confusione. Dal mercato sono arrivati Rei, Di Vico, Pompei. Nicolò Cesaroni, il funambolo dai piedi di platino, decisivo con la Sorianese, è finito ai margini. Rossetti ha perso la titolarità di inizio stagione. Proietti, il play, inamovibile nel periodo d’oro è, ora (ultime due gare) in panchina. Rei bene a tratti, Di Vico, strappato con ostinazione faticosamente alla Tivoli, non ha, ad oggi, una collocazione stabile. Canestrelli (senza nulla togliere al ragazzo che sta facendo il suo) sino a due partite fa utilizzato col contagocce è, attualmente, un punto fermo. Sono osservazioni alla portata di chiunque: semplici osservazioni. Il lavoro fatto sin qui da Max Castagnari è eccelso; sarebbe ridicolo criticarlo. Per sua stessa ammissione, ha in mano una Formula Uno, ma va detto che lui, comunque, è stato Max Verstappen. Era venuto fuori un dolce straordinario con ingredienti semplici. Anche i sassi sapevano che il Valmontone sarebbe, prima o poi, schizzato verso orbite sconosciute ai comuni mortali però sognare, serenamente sognare, senza farcire e pensare troppo, si poteva anzi, ancora, ovviamente, si deve e, si può.