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L'intervista

Certosa, Passiatore: "Siamo migliorati, ma guai ad abbassare la guardia"

Il difensore neroverde ripercorre la sua carriera: "Nella Primavera del Brescia avrei potuto fare di più"

13 Febbraio 2025

Certosa, Passiatore: "

Jacopo Passiatore, capitano del Certosa (©Quartapelle)

Jacopo Passiatore, professione calcistica difensore centrale, è al terzo anno tra i ranghi del Certosa, di cui è attualmente anche il capitano. Insomma, è un’icona del club di Centocelle.

Jacopo 9 punti nelle ultime 3 gare. La vostra classifica è solida:siete la mina vagante, spensierata, del girone A?

"Siamo in un buon momento. Adesso la nostra posizione nella graduatoria generale è sensibilmente migliorata ma, guai ad abbassare la guardia. Il girone A è molto difficile ed impegnativo, il confine tra un rendimento di livello ed un percorso complesso, è veramente sottile: c’è tanta competitività".

Domenica sarete al W3 Stadium di Maccarese per una sfida dal fascino indiscusso, concordi?

"Si. La W3 è una delle realtà più belle della nostra regione. I bianconeri sono forti e molto organizzati. Sarà un match complicato ma ci faremo trovare pronti. Il nostro gruppo squadra è compatto ed il mister, prepara ogni gara in maniera meticolosa. Sono fiducioso".

Quanto ti rende orgoglioso indossare la fascia da capitano ed essere un riferimento importante di un club, comunque, ormai modello nella Regione Lazio?

"Concordo sul fatto che il Certosa sia un sodalizio esemplare sotto molteplici aspetti. È bello essere investito di una carica così significativa come quella di capitano della squadra: per me è motivo di vanto. Sono felice di avere questa ulteriore responsabilità".

Facciamo finta che sia dentro una Delorean e tu sei Marty Mc Fly che torna all’inizio di una carriera calcistica da scrivere; quali sono gli errori che vai a correggere con l’intento di non ripeterli?

"Ho rimediato svariate sanzioni disciplinari per proteste e, per un difensore, non va bene. Il rammarico più grande è in riferimento alla mia troppo breve avventura al Brescia. Ero nel gruppo Primavera;: con una consapevolezza di me stesso diversa, probabilmente, il mio percorso calcistico sarebbe stato diverso. Va detto che ero molto giovane. Non è un’attenuante, ma è
doveroso rammentare che avevo soltanto 17 anni".

Quanto e come è cambiato il calcio rispetto a quando hai iniziato ad indossare scarpini chiodati tu?

"Ai miei tempi il calcio dilettantistico era vissuto come un vero e proprio lavoro da svolgere con tanta professionalità e devozione. Il senso di responsabilità era elevato. In ogni rosa, c’erano tanti giocatori carismatici e di assoluto livello dal punto di vista qualitativo. Se avevi il privilegio di approdare in prima squadra, ti dovevi mettere umilmente al servizio dei grandi. C’era veramente tanto rispetto".

Siamo a San Valentino: se c’è una lei importante da menzionare è il momento opportuno, così come magari è giusto attingere all’album dei ricordi per capire a chi ti sei ispirato, come calciatore.

"La lei c’è, si chiama Ilaria e rappresenta il mio tutto. Da bambino veneravo Veron, Nedved e Boksic. Il mio difensore preferito era Nesta: l’ho amato".

Abbiamo così evitato di farci togliere da Jacopo l’ultima curiosità: probabilmente si è percepito che Passiatore, sicuramente, non tifa Roma.

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