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03 Luglio 2025
Casal Barriera, D'Alonzo "Ringrazio tutti, anche chi non giocherà con noi"
Nel complicato girone B a spuntarla, alla fine, è stato il Casal Barriera, forte di una seconda parte di stagione molto più cinica rispetto ad alcuni momenti di esitazioni capitatogli durante il percorso. Già, perché la particolarità di questo raggruppamento non era solo il grande numero di papabili candidate alla promozione, il che lo ha reso uno dei più competitivi, ma anche una mancata presa di posizione da parte di queste: per intenderci, è capitato molto spesso che nessuna delle squadre in lotta per l’Eccellenza approfittasse di eventuali scivoloni per prendersi la vetta o per allungare. Ecco, il Casale è stato bravo ad evitare questo trend dimostrando, più di altre, di essere la compagine più forte.
Parola al numero 1 Il presidente, Carlo D’Alonzo (in foto), ha ripercorso quella che è stata un’annata magica: "Tutti dicevano che era il girone più difficile, ma io non credo a queste cose. È stato un campionato, fino alle ultime 7 o 8 giornate, molto aperto. Dopodiché c’è stata una differenza dovuta dal calcio, altamente imprevedibile. Senza dubbio vincere contro Villalba e Olimpus, pretendenti per quasi tutto il percorso, ci ha dato una spinta tale per andare poi a trionfare con qualche turno d’anticipo. Lì si è vista la forza del gruppo e ci tengo a ringraziare pubblicamente tutti i calciatori che hanno preso parte a questa cavalcata, anche chi non farà parte del gruppo il prossimo anno". Ci sono state, inoltre, delle difficoltà dovute a situazioni non quantificabili: "Le pressioni ci sono in tutte le categorie. Quando dovevamo dare il colpo per allungare in solitaria, non riuscivamo e, visto che l’anno prima era successa la stessa cosa, cominciavo a preoccuparmi. In quei momenti entrano in gioco dei fattori imponderabili e che non si possono valutare. Grazie all’impegno di tutti, dallo staff al magazziniere, siamo riusciti ad essere determinanti". Ed è proprio il gruppo ad averla fatta da padrone: "Abbiamo avuto diversi infortuni importanti, dunque il merito è soprattutto di chi si è fatto trovare pronto nel momento del bisogno. Sì, la differenza la fanno anche i giocatori di qualità, ma non dimentichiamoci che è grazie all’impegno della panchina se abbiamo raggiunto l’obiettivo. Questo fa capire che non si vince sempre e solo in 11" Per concludere, il numero uno del Casal Barriera ha elogiato il lavoro del condottiero: "Aliberti oltre ad essere un grande allenatore è stato il dodicesimo uomo in campo. È riuscito a trasportare i giocatori, anche grazie al suo essere tifoso, il che alle volte può essere deleterio. Ha trasmesso quella cattiveria e quella voglia di vincere in alcuni momenti in cui, forse, un’altra persona non sarebbe riuscita a trasmettere".
Articolo a cura di Michele Del Fine
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