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l'intervista

Cardone e la Canottieri: il cuore di un progetto vincente

Dalla finale Allievi alla sua nuova grande avventura: "Qui sono cresciuto e ci sono le fondamenta per creare qualcosa di importante"

23 Marzo 2016

Andrea Cardone ci racconta la sua avventura con il Circolo Canottieri

Andrea Cardone ci racconta la sua avventura con il Circolo Canottieri

Andrea Cardone ci racconta la sua avventura con il Circolo Canottieri

“Ho scelto il progetto”. Quante volte abbiamo ascoltato queste parole dopo una scelta di un allenatore? Frase fatta, che qualche furbetto spesso utilizza per giustificare un declassamento, un passo indietro nella sua carriera. Non è il caso di Andrea Cardone. Finalista pochi mesi fa nel campionato Allievi Elite con la Vigor Perconti, con l'accordo per dirigere la Juniores del patron Maurizio attualmente affidata ad Andrea Persia. Lui, Cardone, ha davvero scelto il progetto, quello del Circolo Canottieri Roma, storica associazione romana. Una scelta lungimirante e fatta anche con il cuore, perché da anni è socio del Canottieri e per lui è una questione (anche) di cuore.

Realtà in espansione Un'idea nata da qualche anno, quella del Canottieri. Iniziata quasi per caso, con una trentina di iscritti alla scuola calcio, e che in poco tempo ha già raggiunto la soglia dei 350 tesserati e le prime due squadre di agonistica, i Giovanissimi Fascia B che allena personalmente e gli Allievi: “Avevo tante proposte, oltre a quella della Perconti – spiega Cardone – Però c'era questa opportunità, non potevo rifiutare. Per via del mio lavoro non ho potuto sempre assecondare quello che il calcio mi offriva, per cui eccomi qua”. Con una frecciatina per le malelingue che avevano parlato di “fuga” dopo il ko in finale contro il Futbolclub: “Senza il Canottieri non sarei mai andato via dalla Perconti. Qualcuno mi ha accusato di essere scappato, ma la realtà è che qui sono cresciuto, amo questo posto e volevo concentrarmi anima e corpo su questa nuova avventura”. Una separazione dolorosa, dal punto di vista professionale, quella dal club blugranata: “Maurizio Perconti è una persona meravigliosa, una stagione alla Vigor vale come le dieci del Futbolclub. Ribadisco: senza Canottieri non me ne sarei mai andato”.

Primo in classifica Così, con il primato in mano dei Giovanissimi Provinciali in mano e con ottime possibilità di condurre i 2002 nei Regionali, Cardone è sicuro sulla bontà della strada intrapresa. “Sono circondato da persone competenti, che sanno cosa fare per portare questa realtà nei campionati che contano in pochi anni – continua il direttore generale del settore calcio – Wilson e Circelli, con gli Allievi, è terzo in classifica con un gruppo di ragazzi nato più per questione legate alla burocrazia e formato da giovani che con il calcio non si erano mai cimentati concretamente. Invece eccoli lì. Poi c'è il nostro responsabile dell'attività di base Lelli che sta svolgendo un lavoro incredibile con tutto il suo staff. Insomma, le fondamenta per creare qualcosa di importante ci sono tutte”. I ringraziamenti, però, non finiscono qui: “Naturalmente un ringraziamento speciale va al presidente del Circolo Tinarelli e a quello del settore calcio Navarra. Questa è una possibilità sulla quale hanno puntato tanto: sono orgoglioso di lavorare con loro”.

Futuro roseo Andrea Cardone non è mai stato un tecnico di molte parole, sempre molto prudente e mai facile a voli pindarici, ma stavolta non ha difficoltà a parlare della bontà del progetto Canottieri: “Al di là dell'affetto che provo per il Circolo, qui ci sono persone che sanno cosa fare per raggiungere risultati importanti – conclude – Dal prossimo anno avremo anche una Juniores, speriamo i Giovanissimi Fascia B nei Regionali, la scuola calcio sarà rinforzara e sono sicuro che tra qualche anno affronteremo sfide ancora più importanti”. Senza tralasciare gli altri sport: “Parallelamente alle attività sociali stiamo sviluppando i settori sportivi sotto ogni aspetto. Basti pensare, oltre al calcio, ai risultati che sta raggiungendo Orecchio con il Tennis e Mascarenhas con il canottaggio. Qui nulla è lasciato al caso e con queste premesse sono certo che anche con il calcio arriveremo lontano”. Declassamento? No, un progetto. E una volta tanto non è una frase fatta.


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