l'editoriale
Il sistema Calcio ha fallito: troppe pressioni sui ragazzi
Dai sedicenni con i crampi alla rissa di Pavona. Il mondo del calcio giovanile ha bisogno di un grande rinnovamento
Mi sono sempre chiesto: come fanno dei ragazzi di 15, 16 anni ad avere i crampi dopo un'ora di gioco? Eppure, quando ancora calcavo i campi, ricordo che la partita del week end quasi non bastava a sfamare la voglia di calcio. Dopo l'impegno di campionato mi ritrovavo spesso con gli amici per imbastire una partitina in parrocchia... Almeno una "tedesca"! Oggi la risposta è abbastanza semplice e non risiede nella differente tolleranza allo sforzo fisico quanto nella provante pressione psicologica che questi giovani atleti sono costretti a sopportare. Il sistema calcio, nelle condizioni attuali, è evidentemente fallimentare. Ha avuto il poco gratificante merito di esasperare il senso della vittoria e del risultato nel mondo del calcio giovanile dilettantistico, acuendo la tensione che, ovvietà, può poi sfociare in violenza. La rissa tra Albalonga e Pro Calcio Tor Sapienza (scene angoscianti), è l'ennesima "pagina nera" dell'ennesima stagione travagliata. E in tutto questo ci si chiede: cosa viene fatto concretamente dalle istituzioni? Pressoché niente. L'unica certezza, stavolta eviteremo, è che se provassimo a trovare risposte dai “Soloni del calcio” (per dirla alla De Laurentiis) incapperemmo nel tristissimo "scarica barile". Eviteremo perché non serve mettersi alla ricerca dell'italianissimo capro espiatorio, è necessario prendere atto di una situazione drastica a cui, chi ama lo sport, vuole urgentemente porre rimedio. Ha fallito la formula dei campionati così intesa: Elite, Regionali, Provinciali. Ha fallito la Coppa Disciplina (sai quanto gliene frega a un ragazzo dei 100 punti quando, privo di lucidità mentale al termine del match, vede svanire l'obiettivo che a "tutti i costi deve fare suo”). Oggigiorno sembra più semplice per una squadra di Serie A accettare un anno di rifondazione in B, piuttosto che per una dilettante del Lazio dare l'addio all'Elite. Stomacato da genitori che parlano di club che vogliono a tutti i costi il proprio figlio per l'Elite, mi chiedo perché a questi ragazzi non venga detta semplicemente la verità, ossia che la stragrande maggioranza di loro non farà mai il calciatore professionista ma avrà la grande fortuna di potersi divertire giocando a calcio, nel tentativo arduo di costruirsi un futuro in questo decadente paese. Ogni volta che tornavo sui campi per le finali, invidiavo i ragazzi perché l'agonismo rende ancora più divertente la sfida, ma ora tutto sembra meno che si divertano. Il sistema ha fallito e hanno fallito tutte le sue componenti. Facciamocene una ragione perché solo prendendoci tutti le proprie responsabilità possiamo sperare di cambiare qualcosa e tornare a far sì che lo sport sia una festa. Quella festa e quello spettacolo cui ho assistito al campo Roma, per il match tra Pro Appio e Luditur di Seconda Categoria. Si parlava di “rissa annunciata” e invece, a parte un paio di petardi di un certo rilievo, tra canti, balli, sfottò e fair play dei 22 in campo, ha vinto il calcio, ha vinto l'emozione dello sport. I complimenti a entrambe le tifoserie (da far invidia a quelle di Lega Pro), da parte di un giornalista che tutto vuol fare meno che il "terrorista", preoccupato che a emergere sia la verità.