il caso

Parla Alessio Di Bisceglia: "Noi contro il bullismo"

Il giorno dopo le sentenze della Procura Federale, il presidente di via Candiani commenta: "Abbiamo allontanato tutti i tesserati coinvolti a fine stagione. Il patteggiamento? Abbiamo vigilato male, giusto così"

Il giorno dopo le sentenze della Procura Federale sul caso di bullismo che ha colpito la Nuova Tor Tre Teste, non si è fatto attendere il commento di Alessio Di Bisceglia, presidente del sodalizio rossoblu, inibito per cinque mesi per violazione dell'art. 1 bis comma 1 del codice di Giustizia Sportiva. Una reazione pacata, sia perché la sentenza era attesa da tempo in via Candiani, sia perché la società non ha assolutamente intenzione di schivare le responsabilità sull'accaduto: "Abbiamo sbagliato, c'è poco da dire - commenta Di Bisceglia - Ho scelto, insieme al mio legale, la strada del patteggiamento perché avevamo la responsabilità di vigilare meglio, ma non lo abbiamo fatto. Mi ero raccomandato con tecnico e dirigenti di stare attenti dopo la prima segnalazione, ma siamo stati negligenti e alla fine la squalifica va al presidente. Sulla sentenza c'è poco da aggiungere". Un'ammissione di responsabilità sincera, ma quello che Di Bisceglia vuole mettere in chiaro è che dopo aver appurato i fatti sono stati immediatamente presi provvedimenti seri: "Quando le segnalazioni sono proseguite sono intervenuto in maniera decisa e in prima persona. A fine stagione la squadra è stata sciolta e nessuno dei tesserati coinvolti fa ad oggi parte del nostro club - precisa - Abbiamo trenta gruppi tra agonistica e scuola calcio, con questa squadra abbiamo sbagliato, ma si tratta di un caso isolato. Alla Tor Tre Teste certi atteggiamenti non sono mai stati tollerati". Anzi, il club è spesso impegnato in manifestazioni contro il bullismo: "Ho due figli, uno di 14 e uno di 12 anni, un'età dove questo terribile fenomeno è molto frequente e sono assolutamente sensibile a queste problematiche. Come società investiamo molto tempo in manifestazioni e campagne di sensibilizzazione, anche perché siamo a contatto con tantissimi bambini e abbiamo il dovere di lavorare anche sulla loro crescita umana". 

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