l'intervista

Unipomezia, parla Ricci: "Qui si può lavorare bene"

Il responsabile della scuola calcio pometina fa il punto sull'attività di base: "Ci sono tutti gli ingredienti per lavorare in serenità"

“I bambini devono sorridere e divertirsi. Questa è la scuola calcio”. Massimiliano Ricci, responsabile della scuola calcio dell’Unipomezia, ha le idee chiare. Programmazione, serietà e tanta passione. Tre ingredienti presenti all’interno del club rossoblu i quali lo hanno spinto ad accettare l’offerta del presidente Valle: “Ho deciso di sposare il progetto Unipomezia dopo aver conosciuto le sue linee guida: rispetto, regole, disciplina - commenta Massimiliano Ricci - Qui si può lavorare molto bene e sono fiero di essere entrato in questa famiglia”. L’attività di base dei pometini va a gonfie vele: “I bambini qui da noi iniziano un vero e proprio percorso di crescita - continua Ricci -  L’obiettivo è farli divertire, sorridere, senza inutili pressioni dovute al risultato. La gente di Pomezia lo sa bene, tant’è che abbiamo avuto molte richieste e attualmente abbiamo 250 bambini qui da noi, un risultato che ci riempie di orgoglio”. Ma su cosa si concentrato in bambini della scuola calcio pometina: “Qui da noi i bambini passano tantissimo tempo con il pallone. D’altronde non potrebbe essere altrimenti. Nella scuola calcio non devono esistere discorsi di tattica, se ne riparla al primo anno in cui giocheranno a 11. I bambini - continua Massimiliano Ricci - devono esprimere la loro fantasia!”. In un ambiente sereno, ovviamente: “Creare un ambiente positivo è la nostra priorità. Non solo, spesso i bambini vedono l’istruttore quasi come un secondo papà ed è per questo che da noi non esistono mister, bensì educatori”. Capitolo genitori, croce e delizia del nostro calcio. Anche qui, Massimiliano Ricci è molto sicuro: “Noi siamo per la chiarezza assoluta. Organizziamo riunioni costanti per aggiornare i genitori su quello che succede all’interno dell’attività di base. Vietato esasperare una vittoria o una sconfitta: dobbiamo impegnarci tutti quanti nell’insegnare ai nostri bambini il rispetto per i compagni e per l’avversario”.

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