Intervista

Guidonia, Bassani: "Non solo la salvezza"

Le varie categorie agonistiche giallorossoblu sono pronte ad affrontare una stagione di grande prestigio. Il ds Bassani ha dichiarato gli obiettivi da realizzare

Quella che sta per venire ha l'aspetto di una stagione molto stuzzicante per l'Acd Guidonia Montecelio. Tutte le categorie del settore giovanile giocheranno nel campionato regionale, ad eccezione (probabilmente) dei 2001, per i quali il futuro è ancora in bilico, dato che la società ha richiesto il ripescaggio in Elite e, dalle voci circolanti, non sembrano esserci troppi dubbi sull'accettazione. 

Con Alex Bassani, direttore sportivo del settore agonistico, abbiamo parlato del lavoro svolto fino ad oggi dalla società e degli obiettivi del prossimo anno.

Per quanto riguarda gli allenatori è già tutto deciso: ogni rosa è stata affidata. Quello che colpisce sono i nomi: tutti volti noti a Guidonia: "Abbiamo deciso di puntare su tecnici che conoscessero l'ambiente Guidonia Montecelio. Sono tutti allenatori che si trovavano all'interno della società l'anno passato, ad eccezione di Della Libera, il quale, dopo essersi allontanato dai campi per una stagione, è stato richiamato dal sottoscritto".

A questo punto non resta che svelare gli obiettivi dei giallorossoblu: "Per tutti vale il discorso di mantenere la categoria, ma questo deve essere il traguardo minimo. Esclusi i 2004, per i quali, per un semplice fattore di età è difficile fare previsioni, mi aspetto da tutte le squadre un campionato con risultati superiori a quelli passati (sopra la zona salvezza). Per i 2001, invece, qualora venissero ripescati in Elite - spiega Bassani -, il discorso cambierà, poiché, in quel caso, la salvezza ci renderebbe entusiasti, vista la difficoltà della categoria. Tengo a sottolineare che i ragazzi hanno le qualità per giocarsela".

Bassani prosegue e conclude il discorso, passando ai temi quali la sportività e la moralità: "Per quel che concerne la sfera dell'etica non voglio fare il solito discorso semplice e banale: io credo - afferma il ds - che, in un mondo come quello del calcio dove manca la cultura dello sport, la gestione dell'aspetto comportamentale non debba spettare solo ai tecnici, i quali devono sì essere degli educatori, ma davanti a loro ci deve essere riscontro, e quindi impegno e serietà da parte dei giocatori e dei loro genitori". 

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