L'INTERVISTA

Casilina Calcio, Mariani: "Qui c'è voglia di crescere"

Il nuovo preparatore dei portieri si prepara alla sua prima stagione in rossoblù

“Portieri: all'attacco!”. Scritto così potrebbe sembrare un disperato grido di battaglia da 90° minuto di gioco. In realtà Portieri all'attacco è un ambizioso progetto di sviluppo e preparazione di estremi difensori, ormai ramificato in molte realtà dilettantistiche regionali, che Silvio Mariani ha fatto approdare anche nel Casilina Calcio 1958. Dalla prossima stagione infatti, Mariani si occuperà dell'allenamento quotidiano di tutti i portieri del settore giovanile del Casilina, senza eccezione di categoria: “Il mio lavoro sul campo con il Casilina inizierà effettivamente da settembre, ma mi sono già portato avanti andando a conoscere questo nuovo ambiente. Le prime impressioni sono state più che positive. Abbiamo a disposizione una bella struttura nuova, che mette in evidenza come la società stia facendo un salto di qualità. I rossoblù mi hanno scelto proprio per questo motivo: far crescere la preparazione dei propri ragazzi e di conseguenza aumentare il potenziale del settore giovanile e dare un ulteriore stimolo a questo sviluppo. Qui c'è una grande voglia di crescere.

Preparatore qualificato Uefa con alle spalle diversi successi con l'Albalonga e varie esperienze in Serie D, Silvio Mariani porta con se un buon bagaglio d'esperienza: “il mio percorso mi ha portato ad avere molte conoscenze per quanto riguarda la preparazione specifica dei portieri, quindi la mia esperienza è sicuramente il valore più importante che trasferirò al Casilina. Ho molta voglia di far sviluppare a questi ragazzi le loro caratteristiche e farli diventare calciatori migliori.”

Un progetto lavorativo che cambia sostanzialmente da quello proposto ai “grandi”: “A differenza dei grandi, sui giovani c'è da fare un lavoro molto più tecnico, partendo dalla base. Purtroppo lo sviluppo della tecnica individuale per il ruolo di estremo difensore è trascurata dalla maggior parte dei club. Molte volte si vedono ragazzini messi in diparte a fare degli esercizi fini a se stessi, senza avere troppa cura del loro allenamento. Tutto questo fa male alla loro preparazione, perché soprattutto per i più piccoli lo sviluppo della coordinazione motoria è fondamentale. Con loro c'è da fare un lavoro tecnico più che fisico.”

E la scuola di portieri nostrana sembra ritrovare i fasti di un tempo: “oggi il lavoro con i giovani numeri 1 sta cambiando. É importante anche il gioco con i piedi, quindi si parte da li. La palla non si butta mai, anzi va gestita sempre di più anche dal portiere. In Italia fortunatamente ci stiamo riprendendo. Ci sono giovani come Donnarumma e Meret che sembrano poter raccogliere l'eredità della vecchia scuola.”

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