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l'intervista
06 Settembre 2017
Giovanni Valente
“Siamo tornati a casa nostra e siamo felicissimi, il legame tra la Fortitudo Roma e il quartiere San Giovanni non è mai finito e non finirà mai”. Parole di un contento e soddisfatto Giovanni Valente direttore generale della storica società capitolina, nuovamente in attività, seppur a ranghi ridotti (ci sarà solo la Scuola Calcio), al Gioventù Italiana di Piazza Epiro. “Non mi rendo ancora conto, perché è stato quasi come un parto – continua sorridente – per ristrutturare tutto ci abbiamo messo più di un anno. Essendo questa un’area vincolata abbiamo dovuto adeguarci a tutte le richieste da parte degli enti, quindi c’è voluto del tempo. È stato un investimento importante a livello economico, ma l’abbiamo fatto per il nostro futuro e anche per riqualificare una zona e in particolare un centro sportivo storico come questo. Come si può vedere abbiamo voluto riportare tutto com’era all’epoca, con gli stessi colori, lo stesso mattonato e la gente con cui ho parlato finora sembra molto contenta di quanto fatto. Vedremo che riscontri darà più in là”.
Le prime risposte Intanto, però, il quartiere ha iniziato a rispondere positivamente: “È sempre una bella emozione vedere i bambini che giocano e si divertono – commenta il dg – è bello vederli che indossano le maglie della Fortitudo, ma è un orgoglio vedere anche quei bambini ancora senza le nostre divise che già sono entrati nell’ambiente. Nell’arco di dieci giorni dalla nostra apertura abbiamo contato una ventina di bambini nuovi. Sono felice di queste prime risposte da parte della gente, abbiamo fatto un sacrificio enorme e speriamo venga ripagato al meglio”. Il Gioventù Italiana, spiega Valente, non vuole essere soltanto un centro sportivo: “È stato fatto tutto nelle norme, per garantire la sicurezza dei bambini e della gente che frequenta i nostri ambienti. Chi vuole venire qui per passare un pomeriggio in compagnia lo può fare tranquillamente, non bisogna per forza fare sport. Vogliamo far vivere a 360° il centro, cercando di levare quanti più bambini possibili dalle tv o dai videogiochi. È un discorso sociale che abbiamo sempre incentivato”.
Il problema del San Tarcisio Senza concessioni ed autorizzazioni da parte del Comune di Roma, la Fortitudo Roma è stata costretta ad abbandonare il campo di Lungotevere Dante: “Era diventata una spesa insostenibile – spiega Valente – da cinque anni avevamo tutte le autorizzazioni, ma il Comune non ci ha dato i permessi per ristrutturare, preferendo un’area ora abbandonata al degrado. Avevamo combattuto diversi anni per far sgomberare il campo rom che c’era lì vicino ed ora sono riusciti a far chiudere anche noi, senza darci la possibilità di sviluppare il nostro progetto, che oltretutto era programmato già per bene. L’assessore allo sport ci aveva garantito questi permessi, il presidente delle commissioni allo sport invece ci diceva tutto il contrario, quindi eravamo in balia degli eventi, come la maggior parte dei centri sportivi comunali della città. Nonostante ciò – continua il dg – c’è una sentenza del Tar di luglio che ha condannato il Comune di Roma perché non ha rispettato i patti del contratto, ovvero prolungarlo a chi investiva sui centri sportivi. Non ho capito perché non è stato fatto”.
Tradizioni, novità e partnership Affiliata alla Roma come da tradizione societaria, la Fortitudo Roma ospiterà nei propri ambienti anche la Roma Calcio Femminile. Un primo passo verso un possibile nuovo investimento, che Valente considera la prossima novità nel mondo del calcio: “Ho sempre detto che il futuro del calcio sarà il femminile, notando che con il passare degli anni sempre più donne, ragazze e bambine si sono avvicinate a questo mondo. Quante ne vediamo andare allo stadio ultimamente? Questa affiliazione l’ho voluta fortemente, quando sono venuti abbiamo chiuso l’accordo senza problemi. Molti mi hanno detto che non mi conveniva, che le bambine sarebbero potute venire tranquillamente a giocare alla Fortitudo. Mi piacerebbe certamente avere una squadra nostra femminile – chiosa il dg – ma ad oggi non abbiamo l’esperienza giusta. Il mondo femminile è particolare, quando un allenatore è abituato ad allenare bambini potrebbe trovare più difficoltà a relazionarsi con le bambine, che solitamente hanno caratteri diversi. Siamo felici di ospitarli qui, sarà anche un modo di imparare come si gestisce questa realtà, poi vedremo cosa regalerà il futuro”. L’altra partnership è quella con il Certosa. Vista l’indisponibilità di un campo di calcio a 11 per il settore giovanile, l’ormai ex staff tecnico biancoblu si è aggregato a quello neroverde di via di Centocelle: “Serviva continuare a vivere l’adrenalina del weekend perché siamo malati di calcio – sorride Valente – non potevamo lasciare allenatori e staff allo sbando, quindi abbiamo stretto questo accordo con il Certosa per la gestione dell’attività del settore giovanile. Sarebbe bello vedere un bambino che cresce alla Fortitudo, passa le giovanili al Certosa e poi vola tra i professionisti. Questo è il nostro sogno”.
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