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L'evento

Il giorno del Massimina, tra sorrisi e riflessioni

E' andata in scena ieri la cerimonia inaugurale del nuovo San Gabriele, cui è seguita un'interessante tavola rotonda

25 Ottobre 2017

Il "saluto" al campo con lancio di palloncini

Il "saluto" al campo con lancio di palloncini

L'inaugurazione

Il "saluto" al campo con lancio di palloncini

Una grande festa, anzitutto. Ieri il Massimina ha avuto l'orgoglio di poter festeggiare e salutare il nuovo manto in erba vera del San Gabriele. Un campo rinato, verde e accogliente, che più di tutto si mostra come emblema ed emanazione concreta del motto dei biancorossi: “Nihil difficile volenti”. Nel fresco e arancio tramonto del 24 ottobre, sotto le sferzante dei primi venti autunnali, il presidente Attilio Nicastro ha salutato i ragazzi presenti, dando il via al lancio dei palloncini. Un saluto semplice ma sentito, nei confronti di un rinnovamento a lungo voluto e inseguito. A margine, così commenta il patron biancorosso Attilio Nicastro: “Far giocare i nostri ragazzi su un manto in erba vera era da sempre il nostro sogno. Ed ora questo sogno si è avverato. Finalmente abbiamo potuto dopo tanti contrattempi burocratici realizzare questo campo. Cosa rappresenta? Io sono medico e personalmente ho sempre sostenuto che o si gioca su un campo in erba naturale o si gioca su un campo in terra. I campi sintetici sono campi finti, con molta franchezza. A noi interessa un calcio che tuteli la salute dei nostri atleti. La maggior parte degli infortuni avvengono sul sintetico, dove incidono maggiori sollecitazioni alle articolazioni per la stessa natura rigida del manto. Ma al di là del traumatismo c'è il discorso igiene. Uno sputo sul campo sintetico resta per sempre, sull'erba svanisce invece dopo pochi minuti. La presenza del Crotone? Siamo il loro punto di osservazione nel bacino del Lazio, siamo orgogliosi di questa affiliazione e felici della loro presenza in questa giornata. Significa tanto per noi”


La tavola rotonda

I relatori

Dopo la breve cerimonia di inaugurazione tutti i presenti sono stati invitati a raggiungere la vicina parrocchia “Corpus Domini”, dove ha avuto luogo la tavola rotonda “Sport, solidarietà e integrazione”. Al tavolo dei relatori presenti il parroco della suddetta parrocchia Padre Luigi Maria Amato, Don Emanuele, il presidente del CONI Lazio Riccardo Viola, il responsabile del settore giovanile del Crotone Antonio Galardo ed il coordinatore Francesco Farina, il presidente della ONLUS “Mio fratello è figlio unico” Alessandro Carella e, naturalmente, il filo conduttore Attilio Nicastro, presidente del Massimina. “La solidarietà e l'integrazione sono due saldi pilastri della società”, afferma Nicastro in apertura, “che vengono veicolati dai tre principali educatori di ciascun bambino. Nell'ordine: la famiglia, la scuola e lo sport. Partendo da una base semplice, cioè l'insegnare ai nostri ragazzi il rispetto per l'altro, la non prevaricazione, abbiamo fatto un passo in avanti ulteriore: quello di non far sentire più nessuno diverso. Ad oggi nella Viola mostra la foto del soldato americano e il ragazzo irachenonostra scuola calcio non c'è selezione di alcun tipo e sono orgoglioso di poter dire che con la Nuova Aureliana per la prima volta abbiamo fatto esordire in un match ufficiale un ragazzo affetto da sindrome di down.” Solidarietà, integrazione sono tematiche complesse, attualissime per i contemporanei fenomeni sociali della nostra epoca. Tematiche che sollevano domande di matrice quasi filosofica: “Chi trae da un punto di vista umano maggior beneficio? Il normodotato che si rapporta con diversamente abile e comprende che, in fondo, non esiste differenza, o viceversa?” Riflette ad alta voce Nicastro: “Credo ad ogni modo che in ottica sportiva sia la squadra a doversi integrare con il bambino diversamente abile. E anzi credo che agli stessi genitori dei normodotati possa far bene assistere a questo splendido processo.” Ed è lo sport il miglior veicolo di solidarietà ed integrazione. Tutti sono d'accordo: laici e non. In questo senso prende la parola il Dott. Viola, presidente del CONI Lazio. Mostra ai presenti alcune immagini, emblemi dello sport come puro esempio di unione, al di là dell'estrazione etnica, sociale, culturale. Splendida, in particolare, quella che ritrae un bambino irachèno mentre gioca a pallone con un soldato americano. Viola propone poi una riflessione Galardo reca in dono a Nicastro una targa commemorativavelatamente provocatoria, concettualmente giusta: “Vedete, quando si parla di sport e sociale dobbiamo essere grati a chi come il presidente Nicastro o al signor Carella (presidente della ONLUS che si occupa di mettere in condizione i ragazzi autistici e le loro stesse famiglie di praticare attività sportive) o a Don Emanuele (che sta lavorando ad un progetto di assistenza e solidarietà nei confronti di ex detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo) per tutto quello che fanno. Ma sono dei motori solitari: se si fermano loro che si fa? Sarebbe auspicabile un'istituzionalizzazione di tali iniziative o simili, avere non tanti motori, ma un unico motore centrale, che ad oggi non c'è.” Concordano poi le posizioni degli esponenti del Crotone: Francesco Farina in particolare afferma: “Eravamo felici di venire qui, di trascorrere del tempo con il presidente Nicastro e con il Massimina. Ma ora dico che possiamo andarcene non più solamente felici, bensì orgogliosi. Credevamo di fare sociale a Crotone: dopo essere stato qui ho capito che non è cosi. Qui si fa la vera integrazione e questo fa inorgoglire il Crotone di essere affiliato con il Massimina. Adotteremo questo modo di concepire soprattutto l'attività di base anche da noi.”

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