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l'inchiesta

Calciomercato 2.0, Baioni: "Tutto gratis, ma come si fa?"

Il direttore generale dell'Ostiamare dice la sua: "Le società dovrebbero far pagare la quota a tutti i giocatori. Come fanno a rientrare dei costi?"

22 Giugno 2018

Luigi Baioni Foto Ostiamare.it

Luigi Baioni Foto Ostiamare.it

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L’Ostiamare scende in campo e dice la sua sul Calciomercato 2.0, l’inchiesta che stiamo conducendo in queste settimane sul settore giovanile. Per i biancoviola ha preso la parola Luigi Baioni, colonna portante della società di via Amenduni: “E’ un momento sicuramente molto particolare – dichiara il dg dell’Ostiamare – Ogni estate ci tolgono tantissimi calciatori e sta diventando sempre più difficile costruire le squadre. Il motivo? Molto semplice: non facciamo promesse. Ci sono società di Roma che vengono qui, parlano con i ragazzi, con i loro genitori e iniziano a fare discorsi fuori dal mondo. Kit gratis, professionismo sicuro, terme, palestre gratuite, cene in quel ristorante, tutto pagato. Insomma, vengono ingannati”. Baioni spiega: “Poi spesso i ragazzi, dopo essere andati via, tornano qui e mi dicono ‘Direttore avevi ragione, sono dei bugiardi’. Succede abbastanza di frequente”. Baioni mette sotto la lente di ingrandimento i costi in entrata delle società: “Io non capisco come sia possibile che una società non faccia pagare la retta ad un giocatore. E’ questo modo di agire che destabilizza il settore giovanile. Un club mette a disposizione dei servizi di cui il giocatore usufruisce e in qualsiasi sport, ma il discorso si potrebbe anche allargare a qualsiasi azienda in generale, un servizio che viene messo a disposizione deve essere pagato. Come fanno alcune società a rientrare dei costi? Noi francamente non possiamo permettercelo: non credete che vendere un giocatore ai professionisti ti faccia rientrare di chissà quali cifre”. Luigi Baioni conclude: “Bisogna lasciare i ragazzi liberi di scegliere, lo sport è divertimento. Ma chiedo ai genitori di ponderare le scelte per il bene dei propri figli. Non credete a chi racconta le favole…”

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