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l'intervista
06 Agosto 2018
La dirigenza gialloblù: da sinistra Paolo Carpineti (vice presidente), Stefano Settimi (presidente), Simona Nardi (direttore generale) ©Petriana
Una nuova gestione per una nuova speranza, con uno spirito rinnovato. La Petriana è rinata due anni fa con il cambio al timone della società, con un occhio nostalgico ad un glorioso passato e l’altro ottimista verso un futuro tutto da vivere, per ritrovare i fasti di un tempo. Un passo importante per il club capitolino, basato sempre nella storica e suggestiva sede di via Santa Maria Mediatrice, che dall’estate 2016 si è rilanciato con forza, tra mille difficoltà, senza mai fermarsi. Una crescita ed un’innovazione che hanno portato nell'ambiente gialloblù entusiasmo e desiderio di migliorarsi ancor di più. Alla base di tutto una filosofia chiara, dalla quale partite e lavorare per il bene collettivo: essere una scuola di sport ed una scuola di vita - come recita il motto della società -, ovvero formare giovani atleti all’insegna dei giusti valori, senza tralasciare la sana competizione.
Simona Nardi, direttore generale gialloblù, ripercorre le tappe del nuovo corso del club: “Luglio 2016 è stato il momento in cui, per rapporti ormai insanabili tra la proprietà Fondazione Cavalieri di Colombo e la precedente gestione, la Petriana ha avuto seri problemi di rinnovo nell’utilizzo degli spazi concessi. Noi genitori, al tempo, ci siamo mobilitati per capire come salvare la società e la sua storia, un interesse nato in alcuni dal fatto di avere figli che giocavano nella Petriana da sempre - esordisce la dirigente - Personalmente, sono cresciuta in questa società, frequento l’ambiente da tantissimi anni e mi dispiaceva che si concludesse in quel modo la storia di una polisportiva gloriosa, per problemi legati non solo alla sezione calcio ma a tutta l’organizzazione”. Spinti dalla passione, in pochi sono passati ai fatti: “Ci siamo guardati negli occhi e rimboccati le maniche. Tanti sono stati i proclami, poche le persone a metterci faccia e garanzie per riaprire una dialogo con la Fondazione Cavalieri di Colombo, che alla fine ha creduto in noi, nonostante avesse già un nuovo accordo con la Roma per la gestione dei campi. Eravamo solo tre genitori all’inizio ed è stata molto dura. Da lì, abbiamo iniziato a gestire anche altri due poli oltre al Gelsomino, a Valle Giulia e Primavalle per la scuola calcio: a conti fatti una grande opportunità, perchè se fossimo rimasti solo in centro non ci saremmo mai messi così tanto alla prova come invece è stato nel ricreare tutto un movimento cambiando anche zone di Roma. Siamo andati ad operare in quartieri più periferici e con un diverso bacino d’utenza. Dico sempre che davanti ad un problema ci sta una grande opportunità per tirare fuori meglio da se stessi e dagli altri”.
Chiare e ben definite le linee guida che la nuova dirigenza vuole seguire: “Senza ombra di dubbio la condivisione del progetto è stata il motore di tutto, per lanciare ai nostri ragazzi messaggi positivi, fondamentali nello sport: rispetto delle regole e degli avversari, competizione sana vista come progresso per se stessi. Vogliamo intendere lo sport per tutelare i propri limiti, per esaltare la meritocrazia e per mettersi prova e comprendere come il sacrificio sia sempre necessario per il raggiungimento di un obiettivo - spiega la dg - Lo sport è un enorme veicolo, in grado di far capire concetti astratti a bambini piccoli. Alla Petriana concepiamo questi insegnamenti come regalo ai ragazzi per tutta la loro vita, non solo relativamente al calcio ma per tutte le discipline in cui la Polisportiva è coinvolta”. Nardi prosegue poi esprimendo come la missione del direttivo gialloblù sia quella, nel processo di ristrutturazione della realtà Petriana, di fornire un corretto esempio ai più piccoli: “Io, il vicepresidente Paolo Carpineti, il presidente Stefano Settimi abbiamo dato prova che la passione, unita ad una buona organizzazione, può portare risultati concreti e positivi. Quello che ora stiamo facendo, poi, è rafforzare l’aspetto societario: abbiamo inserito una nuova figura, il segretario generale Luciano D’Amore che ha sposato in pieno il nostro progetto, a cui delegheremo la gesione dei rapporti tra dirigenza e struttura. Ogni casella è riempita a fatica ma con una personalità che condivida in toto la nostra causa”.
Dalla scrivania al campo il passo è breve, la filosofia sempre la medesima: “Tra tantissimi tecnici, abbiamo voluto solo chi accettava la sfida di trasformare questo lavoro/passione in un veicolo per trasmettere influenza positiva ai ragazzi, soprattutto se all'opera in aree difficili dove c’è bisogno di punti di riferimento e di inclusione. Abbiamo scelto certi allenatori non solo per le competenze tecniche, ma anche per la loro capacità di ascoltare i ragazzi, che sono il fulcro della nostra attività - continua Nardi - Per noi è un banco di prova non indifferente: siamo sempre molto vicini ai ragazzi, una società piccola intesa come una grande famiglia, pronta ad intervenire sulle problematiche dei tesserati. Cerchiamo di sfruttare l’occasione di essere un club di calcio come modo per avvicinarci alle esigenze dei giovani, ma non riunciamo per questo, nel modo più assoluto, alla competitività sul campo”. Il dg espone infatti come l’aspetto sociale e quello sportivo vadano di pari passo: “La nostra struttura è ben delineata, con ruoli chiari e tanta professionalità: curiamo l’obiettivo sportivo tanto quanto quello morale. Quando si gioca subentra sempre agonismo: non ci tiriamo indietro, vogliamo solo che sia sano. Faccio sempre l’esempio ‘A volte vinco, a volte imparo’: c’è sempre un bilancio positivo per migliorare. Siamo un pochino alle prime esperienze e vogliamo imparare da chi è più blasonato: il nuovo corso della Petriana è una sfida per tutti, senza mai perdere di vista i nostri princìpi e l’identità del club, cosa che avremmo perso lasciando morire il nostro nome”.
Il direttore generale Simona Nardi conclude infine volgendo lo sguardo al prossimo futuro, tra obiettivi a breve termine ed altri più ad ampio raggio: “Chi si avvicina a noi sa cosa aspettarsi, parliamo sempre chiaramente e siamo fiduciosi che chi ci sceglie in una città grande come Roma, che offre tanta diversità, lo fa perchè si riconosce nelle nostre idee. Qui c’è un bel gruppo dirigenziale, affiatato, fiducioso e propositivo: lavoriamo bene insieme perchè c’è unità d’intenti, entusiasmo e passione. È una bella esperienza che speriamo si traduca in una buona stagione 2018/19. Stiamo ponendo le basi, c'è tanto confronto e la condivisione totale degli obiettivi da raggiungere, sia sportivi che societari. L'ambiente è sereno e senza stress, stimola i ragazzi a fare bene dentro e fuori dal campo: lo sport agonistico vive di competizione, oltre a questo noi diamo anche altri contenuti. Abbiamo diversi sogni nel cassetto: uno su tutti creare una prima squadra fatta di ragazzi cresciuti con noi; un altro di pari rilevanza è quello di creare una filosofia talmente condivisa da far sì che nei nostri ragazzi nasca il desiderio di restare sempre con noi e formare un vero e proprio vivaio. La grande sfida è anche con le famiglie: vogliamo creare un legame forte e trasmettere l'amore che abbiamo per questa società. Ci aspetta tanto lavoro, siamo proiettati con determinazione sulla prossima annata per confermare la nostra crescita e la nostra filosofia".
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