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Scuola Calcio
01 Febbraio 2019
I giovani del Futbolclub
Lo scorso mercoledì era stato il presidente del Futbolclub, Enrico Margaritondo, a tracciare un bilancio sull'attività agonistica blucerchiata. Oggi, invece, andiamo ad analizzare ciò che succede nella Scuola Calcio capitolina, un settore nel quale si pensa prima di tutto a far divertire i piccoli blucerchiati. Focalizziamo l'attenzione dai classe 2009 ai classe 2013 e lo facciamo grazie agli interventi di tre istruttori, nello specifico Marcella Bianchini, Giacomo Bandini e Silvano Rubeo. Iniziamo a scoprire le metodologie di lavoro e gli obiettivi da perseguire con Marcella Bianchini (allenatrice Uefa B) che insieme a mister Rubeo si occupa sia dei 2009 che dei più piccolini. “L'Obiettivo principale della formazione – esordisce Bianchini - per i bambini di età compresa tra gli otto e i dieci anni è quello di muoversi con competenza tecnico/tattica insieme ai propri compagni, per raggiungere comunque degli obiettivi comuni, divertendosi. I bambini a questa età provano piacere nell'“azione in campo” e cominciano a muoversi pensando a ciò che devono fare per il bene della squadra. Cominciano a diventare padroni del proprio corpo ed essere consapevoli delle loro capacità. Tenendo conto di questi aspetti, la programmazione si basa su tre parametri che interagiscono nell'ambito della prestazione di gioco (la partita): tecnico tattico e fisico. Innanzitutto durante la prima metà dell'allenamento dedichiamo il tempo alla tecnica individuale, senza mai trascurare l'aspetto coordinativo. In questo modo i bambini consolidano le abilità apprese in precedenza automatizzandole, e sperimentano nuovi gesti tecnici anche cambiandoli tra loro, con graduale aumento della difficoltà. Nella seconda metà dell'allenamento l'aspetto più importante è metterli in “situazione di gioco” quindi partite a tema per finire con partite libere, durante le quali possono esprimere le loro capacità, divertendosi con i compagni. Cerchiamo sempre di essere propositivi e mai critici, consigliando loro di trovare una soluzione di fronte alle difficoltà. Il pallone è sempre presente nei nostri allenamenti”. Simile la metodologia attuata da mister Silvano Rubeo. “La nostra attività con i ragazzi si svolge in diverse fasi. Prima di tutto proponiamo lo studio dell'attività coordinativa con esercizi sia senza palla che con la palla. Noto che l'attività coordinativa da sola richiede un certo tipo di attività di coordinazione. Questo è finalizzato poi all'uso contemporaneo del pallone, anche per correggere alcuni difetti nella corsa e nell'appoggio lì dove può servire e dove la natura del bambino lo consenta. Poi passo a studiare le situazioni, con esercizi di uno contro uno, due contro due, tre contro tre ma anche in inferiorità numerica, due contro uno, tre contro uno, facendo così sempre variare la posizione di partenza e la posizione dei ragazzi, in modo tale da proporre dei problemi di natura sempre diversa e più soluzioni per risolvere il problema. Facciamo inoltre delle partite a tema in cui attraverso obiettivi specifici si studiano particolari movimenti e situazioni di gioco, come ad esempio con il giro palla. Oppure uno o più cambi di gioco da destra a sinistra sempre con più passaggi prima di tentare l'affondo in rete. Di fondamentale importanza è l'aspetto psicologico. Cerchiamo di far alzare l'autostima stimolando sempre i ragazzi ad aumentare l'inventiva, come ad esempio tentare un dribbling in più qualora servisse, o trovare comunque delle soluzioni importanti stimolando appunto la loro creatività”. Per ultimo il contributo di mister Giacomo Bandini, il quale afferma: “Lavoro molto sulla coordinazione, con vari esercizi e con strumenti come i cerchi, i conetti, gli ostacoli e così via. Punto molto sul palleggio, è una cosa fondamentale. Approfondisco molto la parte individuale ovvero, conduzione della palla, stop e lavoro sulla ricezione e trasmissione, sia con il sinistro che con il destro. Insisto molto inoltre sull'uno contro uno, il due contro due ed anche con in situazioni di inferiorità numerica. Alla fine facciamo i tiri in porta sia con un piede che con l'altro, per poi concludere con la partita nell'ultima mezz'ora”.
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