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l'intervista
20 Febbraio 2019
Andrea Palombo
Si definisce allenatore dei portieri, non preparatore. Andrea Palombo entra a far parte della famiglia del Massimina con un compito delicato, sostituire Dario Agostini ed il lavoro fatto fin qui in un ruolo il cui minimo errore, si sa, può costare caro. Dalle sue parole traspare entusiasmo e voglia di fare bene. Molto bene. "Ho concluso la mia attività al Trastevere ed ho accettato con grande voglia la proposta del Massimina. Con i ragazzi uso un approccio rigido, nel senso che voglio insegnare loro la tecnica del portiere. Mi definisco infatti allenatore dei portiere. Non tiro semplicemente la palla. Pretendo massima applicazione e cura del gesto. Queste cose le estremizzo durante l'allenamento, così durante la partita riescono a compiere gli interventi in maniera corretta. Questo mi serve per selezionarli e per capire chi è in grado di poter fare il portiere. Il portiere ha bisogno di testa, soprattutto, tanta forza interiore. L'allenamento tipo settimanale si svolgerà con una parte atletica ed una tecnica. La prima serve per far sì che la seconda venga al meglio. L'approccio che ho nell'insegnamento del ruolo è quello di invogliare il ragazzo ad attaccare la palla e quindi li invoglio a non fare passi laterali o a rincorrere troppo la sfera. Sicuramente ci sono tante cose da allenare in ogni ragazzo, però quello che cerco di curare di più è il lanciarsi con le due braccia distese. Istintivamente un portiere si lancia con un solo braccio, come farebbe ognuno di noi. Un portiere deve invece compiere questo tipo di gesto, che è in assoluto il più complicato, ma può risultare determinate"
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