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Il LUTTO

Bruno ricorda Gaetano Pino: "Una vita per i giovani"

Divertimento, passione e amore per l'insegnamento. Ecco come il dg del Tre Fontane ricorda suo fratello, nonché ex patron dei gialloblù, a pochi giorni dalla sua scomparsa

14 Marzo 2019

Bruno (a sinistra) e Gaetano (a destra) Pino insieme al Fiorini @TreFontaneCalcio

Bruno (a sinistra) e Gaetano (a destra) Pino insieme al Fiorini @TreFontaneCalcio

Bruno (a sinistra) e Gaetano (a destra) Pino insieme al Fiorini @TreFontaneCalcio

Tra lo sfrecciare delle macchine su Via Cristoforo Colombo e i rumori assordanti della movida notturna di San Paolo vi è un'isola di verde e di pace. Proprio lì, a Via Costantino, si erge infatti il Fiorini, ovvero la casa della storica società Tre Fontane Calcio che da quando si ha memoria rappresenta un'istituzione per il quartiere Ardeatino, nel cuore di Roma Sud, proprio tra la Garbatella e la Montagnola. Questo trova nei colori gialloblù un vero e proprio rifugio dal tram tram quotidiano, un rifugio dove potersi dedicare con passione e sentimento a quello che è lo sport più bello del mondo: il calcio. Ma non quel calcio. Intendo infatti quello vero, fatto di rispetto per il prossimo e di un'attenzione quasi maniacale per la crescita sportiva e sociale dei giovani. Ne sapeva qualcosa Gaetano Pino, purtroppo ormai ex presidente del Tre Fontane che è venuto a mancare pochi giorni fa. Il suo obiettivo di vita non lo ha mai nascosto ed era semplice, ma decisamente non banale, soprattutto ai giorni nostri. Per lui infatti la cosa più importante era la crescita dei giovani sotto tutti i punti di vista, una crescita seguita passo passo per formare nel migliore dei modi le generazioni future, quelle che un giorno saranno il "bastone" della nostra vecchiaia. Il tutto con una persona che da sempre condivide i suoi valori e le sue passioni, ovvero suo fratello, Bruno Pino, direttore tecnico del Tre Fontane. Una vita insieme la loro, spesa tra i campi di pallone di periferia rivestendo vari ruoli. Proprio lui ha voluto dunque ricordarlo così: "Il nostro obiettivo da sempre era quello di strappare i ragazzi dalla strada per portarli su un campo di pallone, insegnando loro tutto ciò che di buono ci può essere in questo sport così da formare il loro carattere. In questo credeva soprattutto mio fratello Gaetano. Quella per i giovani era una vera e propria passione viscerale per lui. Oltre a gravitare intorno al mondo del calcio è stato infatti prima di tutto un insegnante, ha avuto la cattedra per ben 40 Gaetano Pino (a destra) al Fiorini durante un Memorial nel 2018 @TreFontaneCalcioanni. Negli ultimi 20 ha poi insegnato alla Carlo Alberto Dalla Chiesa, una scuola vicina al Fiorini, a via di Grotta Perfetta, per questo era molto ben voluto da molti in zona, soprattutto dai giovani. Il calcio oltre che a una funzione sportiva per lui aveva una funzione prettamente sociale. Credeva infatti che questo potesse essere una sorta di cattedra, ma più divertente rispetto a quella scolastica, con la quale poter insegnare i valori del rispetto per il prossimo e dell'umiltà". Ha poi voluto sottolineare il loro stretto legame: "Noi abbiamo passato una vita assieme in tutti i sensi. Siamo stati arbitri federali per 30 anni, il che ci ha temprato molto insegnandoci varie cose sulla vita. Tutto ciò cerchiamo di trasmetterlo ai ragazzi, soprattutto da 10 anni a questa parte, ovvero da quando abbiamo preso in mano il Tre Fontane. Il nostro era un lavoro preciso, oculato, passionale, abbiamo infatti rifatto il campo dopo molti sacrifici, mio fratello poi adorava portare avanti varie iniziative per coinvolgere tutti i ragazzi senza esclusioni. Ha infatti permesso di svolgere gratuitamente attività sportiva presso il nostro impianto a due scuole e ha poi organizzato molte iniziative sportive anche per ragazzi portatori di handicap". Ha poi concluso con una promessa: "Farò tutto il possibile per continuare l'opera ideata e portata avanti da mio fratello. Glielo devo per tutto quello che abbiamo passato assieme, anche perché i suoi valori possono migliorare un calcio ormai malato e la società. Mi manca tantissimo, è come se fosse venuta meno una mia metà". 

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