l'intervista

Tor Sapienza, Bianchini si presenta: “Le donne fanno la differenza”

Le prime dichiarazioni della neo responsabile della Scuola Calcio del Tor Sapienza su questa nuova avventura

Era una mattina di fine maggio di due anni fa, quando ho conosciuto Marcella Bianchini. Fin da subito ho visto nei suoi occhi quella passione e competenza che l’hanno contraddistinta anche da tanti uomini che ho incontrato, ed è proprio grazie a queste qualità che è riuscita ad oggi a raggiungere determinati obiettivi. Parlare di calcio, per una donna, non è quasi mai facile. Basti pensare che nonostante si registri una crescita nell'ultimo periodo, siamo riuscite ad illuminare il mondo calcistico femminile grazie a sudore e gomitate delle nostre ragazze al Mondiale. Nel 2019. Questo, Marcella, lo sa bene. La neo responsabile della  Scuola Calcio del Tor Sapienza, voluta dal presidente Michele Di Iorio, è prima di tutto una donna e una mamma. Una mamma che mastica calcio da diversi anni, che frequenta centri sportivi per accompagnare e sostenere i suoi tre figli. Marcella ha occhi grandi, da sognatrice, ed uno sguardo pieno di passione. Come racconta lei stessa è abituata a lottare per ciò in cui crede: “La mia missione è quella di avere i campi di calcio pieni di bambini, i quali devono essere sempre al centro del progetto. L’obiettivo - continua Bianchini - è ricordare al mondo del calcio i valori che attraverso lo sport si possono insegnare: lealtà, rispetto e meritocrazia. Il presidente ha deciso di affidarmi questo incarico, dandomi fiducia, e come mia consuetudine non mi risparmierò”. La “mistera”, come teneramente soprannominata dai suoi piccoli calciatori, è reduce da due anni di esperienza nella scuola calcio del Futbolclub. E sebbene sia entrata in punta di piedi in questo mondo ha diversi anni di formazione personale alle spalle. Diventa istruttore FIGC-CONI nel 2013 e inizia con i primi calci. Nel 2017 consegue il patentino UEFA C, per poi conquistare, lo scorso dicembre, anche il UEFA B. Una bella soddisfazione: “Credo che le donne, in questo mondo possano dare un notevole contributo - conferma la dirigente del Tor Sapienza - Specie nell’attività di base. Ho avuto la fortuna di confrontarmi con uomini intelligenti, ma anche con dei maschi convinti di avere il monopolio di questo sport: forse proprio quest'ultimi mi hanno motivato a perseguire questa strada”. Marcella ha le idee molto chiare e sì, è inusuale per una laureata in Scienze Biologiche e insegnante, decidere di intraprendere una strada così difficile. Tuttavia per lei la formazione dei ragazzi è un aspetto, insieme alla tenacia, che è alla base di tutto: “Ho avuto la fortuna di allenare diverse categorie nelle ultime due stagioni, e con ciascuna di esse è necessario valutare tutti gli aspetti, tecnici certamente, ma soprattutto cognitivi e psicopedagogici”. L’esperienza da mamma poi dà quel tocco di esperienza in più anche quando si parla di chi, fuori dal campo, vede i propri figli giocare: “Ho assistito in questi anni a guerre tra allenatori, società e genitori. Credo che quest’ultimi debbano essere formati, perché spesso non sono a conoscenza delle regole, ed entrano in difesa dei propri figli come è normale che sia. La comunicazione trasparente da parte delle società, la selezione di formatori competenti, la garanzia che i bambini siano al centro del progetto sono elementi indispensabili per creare un ambiente sereno”. E a tutti quelli che le dicono che lei è donna e che non ne capisce di calcio Marcella risponde: “Pensatemi come se fossi un uomo”. La differenza, credetemi, non c’è. 

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