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l'intervista
06 Aprile 2020
Il dg Flavio Betturri ©Trastevere
Flavio Betturri non ci sta e dice la sua sulla problematica sollevata dal vicepresidente dell’Urbetevere Stazi, a cui hanno fatto seguito anche le dichiarazioni del presidente della Romulea Vilella, circa le chiamate di calciomercato giovanile in piena emergenza Coronavirus. "Devo dire che anche il Trastevere, come altre realtà sportive, sta subendo questa incredibile situazione, tanto che ieri sono stato costretto a contattare alcuni ragazzi e genitori. E parlo di classe 2007, la prossima Under 14, perché qualcuno sta già pensando ad allestire i primi gruppi dell'agonistica - esordisce il direttore generale amaranto - Ora il calcio, secondo me, è proprio l'ultimo dei problemi, visto che la gente non arriva fine mese, ci sono dei morti per questa pandemia e molte società probabilmente scompariranno. Qualcuno invece preferisce mettersi a contattare dei ragazzini: è molto brutto a livello umano". Nello specifico, la dinamica è di facile lettura: "Siamo alle solite. Questi individui chiamano i ragazzi, promettono che non verranno pagati il kit e la retta annuale, senza avere la minima discrezione riguardo il momento che stiamo vivendo o sulle problematiche che sono costrette ad affrontare le stesse famiglie che vengono contattate - prosegue, aggiungendo poi - Rimprovero anche quei genitori che stanno a sentire tali personaggi, preoccupandosi della prossima squadra dove giocherà il figlio, piuttosto che, per esempio, dei suoi studi". Adesso è necessario aiutarsi concretamente, fare passi indietro anziché proclami. Betturri ed il Trastevere hanno già iniziato: "Avevo stretto un accordo biennale con Adidas. L'ho disdetto pochi giorni fa: resteremo per il quarto anno il nostro attuale sponsor tecnico, così le famiglie non dovranno cambiare e pagare il kit e terranno quello già in loro possesso; nè aumenteremo la retta della scuola calcio, già più bassa rispetto a quella di società a noi limitrofe - continua - Mi dà molto fastidio dover assistere a dinamiche così spiacevoli proprio quando siamo privati della nostra quotidianità per far fronte ad un'emergenza grave: da noi sono stati addirittura chiamati dei bambini della scuola calcio". Per il dg romano è chiaro anche il pensiero che porta a questi atteggiamenti: "Sono da 5 anni nel mondo del calcio è non mi ci rispecchio. È un ambiente spiacevole, dove la parola data non conta nulla: il primo che fa le scarpe all'altro è il migliore ed è più furbo chi si muove più velocemente, invece di chi aiuta. Ma non va così: serve rispetto reciproco, tra diversi club e anche tra società e famiglie. Adesso bisogna fare sacrifici e pensare a chi sta lottando in prima linea per fronteggiare il virus". Con la speranza che tutto torni alla normalità: "Mi auguro che questo incubo finisca e di poterci vedere tutti in campo al più presto - spiega - Adesso è fondamentale che il calcio professionistico riparta, per l'economia del nostro Paese: noi Dilettanti ci atterremo alle disposizioni delle Istituzioni, ma non penso che ci sia il margine per completare i campionati giovanili. Non vorrei essere nei panni di chi decide, perché sicuramente ci saranno degli scontenti. Ma ora bisogna mettersi una mano sul cuore e fare delle rinunce, anche se ci si perde". Flavio Betturri chuide infine con una provocazione: "Sarebbe interessante cominciare la prossima stagione con le stesse rose, congelando i trasferimenti. Vorrei proprio vedere cosa farebbero certi personaggi nei mesi estivi se accadesse una cosa del genere...".
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