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l'intervista
07 Aprile 2020
Bruno, qua alla premiazione dell'Halima Haider ©De Cesaris
Alessandro Bruno irrompe nella problematica delle chiamate di calciomercato giovanile durante l’emergenza sanitaria e lo fa a modo suo, senza mezzi termini e senza fare prigionieri: "Leggo le dichiarazioni di dirigenti di altre società e mi pare che stiano tutti facendo propaganda sul prossimo anno - esordisce - Il primo passo è la denuncia sulle chiamate fatte ai loro ragazzi, poi ci si fa pubblicità. Secondo me ora si dovrebbe predicare silenzio e pensare alla situazione che stiamo vivendo anziché alla prossima stagione sportiva". La spiegazione del direttore sportivo della Tor Tre Teste è chiara: "Non siamo in grado di poterne parlare adesso: non abbiamo nessuna informazione, dobbiamo aspettare ed attenerci alle disposizioni che verranno emanate. Sappiamo quando riprenderemo le attività? Sappiamo in quali condizioni? Sappiamo se i genitori avranno paura o meno di portare i loro figli al campo? Come ci approcceremo al lavoro dopo tutta questa situazione? Noi addetti non abbiamo risposte e questo non mi pare il momento di parlare di kit o di scuola calcio del prossimo anno, viste le notizie ed i bollettini che sentiamo quotidianamente". Una presa di posizione decisa quella del dirigente rossoblù, controcorrente pur avendo subito la stessa dinamica: "Vengono chiamati anche i nostri giocatori, ma non ci preoccupiamo di dirlo in giro. Sappiamo come lavoriamo: se poi un ragazzo sceglie di cambiare, ci chiederemo che cosa non ha funzionato - spiega Bruno - Ora sicuramente non è il momento di fare mercato, ma neanche quello di fare propaganda: serve umiltà, bisogna stare al fianco dei ragazzi e tenerli impegnati con iniziative varie. Per il resto non sappiamo nulla, è tutto fermo, quindi niente programmazione e niente proclami: non mi piace quello che sto leggendo". Infine il ds di via Candiani chiude con una proposta: "La situazione è grave e la ripresa economica sarà difficile. Molti club scomparirannno: perché non regalare i kit alle piccole società sportive in difficoltà? Cosicché possano proseguire con la loro attività, dando a tanti ragazzi la possibilità di continuare a giocare".
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