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L'intervista
15 Aprile 2020
Davide Cianci
"Sono altre le sedi in cui fare i nomi. Non un social network e non attraverso i media. E prima di scontrarsi con la Procura federale uno dovrebbe scontrarsi con la propria coscienza..." Questa la veemente riflessione di Davide Cianci, direttore sportivo della Pro Calcio Tor Sapienza, in merito al fenomeno delle chiamate ai giocatori in questo periodo di stop. Il dirigente gialloverde torna sulla discussione divampata in questi giorni, dicendo la sua. "Ma a me sinceramente non meraviglia più di tanto la chiamata al giocatore: quella c'è sempre stata - fa parte dl gioco, una volta siamo martello una volta siamo incudine - il problema è la tempistica. Cioè, tu direttore prendi e chiami in questo momento? Allo stato attuale delle cose? Mi meraviglio molto che si parli di calcio. Io ora quando chiamo una persona mi preoccupo di sapere come sta, se arriva a fine mese... non avrei la faccia adatta per domandare dell'altro. Così come ritengo assurdo che come apri un notiziario trovi sempre la polemica sulla ripresa dei campionati. Ma qui bisogna parlare della vita vera, del ritorno alla vita normale e della ripresa economica di un paese in difficoltà..." Un focus dell'attenzione spostato dunque secondo il direttore Cianci che, tornando all'argomento 'mercato ai tempi del Coronavirus' conferma quanto sta accadendo. "Sì, mi è giunta notizia che diversi nostri giocatori sono stati contattati, soprattutto durante le prime settimane di emergenza. Come ho già accennato, però, ritengo che fare nomi e cognomi non sia un comportamento adatto in questa sede. Noi preferiamo rispondere con la concretezza: qui alla Pro Calcio Tor Sapienza il lavorare sui nostri ragazzi, facendoli crescere e fidelizzandoli nel tempo, è sempre stata la nostra politica e, il mercato, in questo senso, non serve ad altro se non a puntellare quel che già abbiamo costruito in casa nostra. Sono convinto che chi faccia questo genere di chiamate in un momento come questo spesso e volentieri metta in pratica una linea ben diversa, orientata evidentemente sui giocatori esterni. Una linea che che, peraltro, a mio parere mortifica anche i loro stessi tesserati, che si rendono conto che il proprio club non punta poi così molto su di loro per il futuro. Se penso poi al fatto che queste società spesso ricoprono alte posizioni di classifica e vengono a chiamare i nostri, mi domando: boh, che senso ha stravolgere così a fine anno i propri gruppi? Forse c'è un desiderio di predominio territoriale alla base... chissà". Si è parlato a lungo nei giorni scorsi anche dei kit per la prossima stagione e di altre agevolazioni messe in piedi da alcune società per le famiglie. Su questo Davide Cianci afferma che: "Se da un punto di vista etico queste iniziative possono partire da giusti presupposti, trovo sia uno scivolone sbandierarle così apertamente in pubblico, diventa una pubblicità. Anche la Pro Calcio Tor Sapienza progetta le sue iniziative per aiutare le famiglie, ma sono discorsi che vengono affrontati privatamente. Basta farsi un giro qui a Tor Sapienza per rendersi conto di quanto bene abbiamo fatto e facciamo noi alla comunità... sono convinto in certe situazioni e in certi contesti sia meglio lasciar parlare i fatti e non le parole".
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