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L'intervento

Lo Monaco: "Ho intervistato Perrotta, vi spiego le sue parole"

Il Vicedirettore de 'Il Romanista' approfondisce i concetti espressi dal Vicepresidente della Jem's

24 Aprile 2020

Lo Monaco: "Ho intervistato Perrotta, vi spiego le sue parole"

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Le dichiarazioni di Simone Perrotta, estrapolate da un'intervista molto più ampia realizzata insieme al giornalista Daniele Lo Monaco sulle colonne de "Il Romanista" (clicca qui per leggere la versione integrale), hanno dato vita a un acceso dibattitto sulla nostra pagina Facebook. A tal proposito il Vicedirettore del quotidiano a tinte giallorosse ha rilasciato un commento al post, illustrando nel dettaglio quale fosse il concetto espresso dal Vicepresidente della Jem's ed ex calciatore professionista. Parole che riproponiamo qui: "Mi permetto di intervenire intanto perché sono un allenatore di una juniores e poi perché per vivere faccio il giornalista e nello specifico sono il giornalista che ha intervistato Simone Perrotta, su Il Romanista, intervista che è stata poi ripresa dalla Gazzetta Regionale. La mia sorpresa nasce dalle reazioni che ho letto in questo post. A me piacerebbe sapere quanti, di quelli che hanno reagito in maniera così vivace, abbiano letto sia l'intero passo pubblicato su Gazzetta e quanti siano poi andati a leggere l'intervista per intero. Perché prima di dare giudizi così affrettati su un professionista come Simone bisognerebbe almeno approfondire la materia di cui si sta parlando. Per chi non lo sapesse, Simone è vicepresidente del Settore Giovanile Scolastico della Federcalcio, gestisce una società sportiva ed è lui stesso allenatore di una under 16, oltre ad essere Consigliere dell'Associazione Calciatori. La mia domanda è: davvero chi ha commentato in questa maniera sprezzante e purtroppo anche volgare, ritiene che Simone abbia espresso l'"auspicio" di chiudere per un anno il calcio dilettantistico? Il suo discorso, molto più profondo e articolato, era ovviamente un altro: si è chiesto, come fanno oggi tutti i gestori delle società dilettantistiche italiane, se i parametri per l'idoneità sportiva e per la messa in sicurezza di ogni singolo impianto in cui si fa sport saranno rigidi come quelli che si leggono oggi sul giornale. Come non sfuggirà a nessuno, ottemperare a questi parametri significa spendere decine di migliaia di euro. E quali società dilettantistiche italiane oggi se lo potrebbero permettere? Da qui la sua provocazione: se alla ripartenza obbligassero i presidenti delle società e i gestori degli impianti a far questo, sarebbe meglio restare chiusi per una stagione intera. Ma è logico che si tratti di una provocazione tesa a far luce su una necessità ineludibile: che il calcio giovanile possa ripartire in sicurezza, ma seguendo protocolli che tengano conto di ogni realtà e di ogni esigenza. Chi davvero è contrario a questo parere? Scusate l'intrusione, ma mi è sembrata doverosa".

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