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Scuola calcio
29 Maggio 2020
I ragazzi di Marco Cardinali
Sono due stagioni oramai che mister Marco Cardinali fa parte della grande famiglia Jem's, lavorando in qualità di secondo allenatore sotto la guida dei Piccoli amici di Simone Quinquinio e sotto la supervisione del direttore tecnico Maurizio Pertusi. Con lui abbiamo parlato del lavoro svolto quest'anno con i piccolini, classe 2013/2014, in una stagione sportiva purtroppo sospesa a marzo e ufficialmente terminata pochi giorni fa. “Il nostro gruppo è composta da 34 bambini, che hanno potuto contare su cinque istruttori a seguirli: il miglior rapporto allievi-istruttore possibile”. Ci spiega mister Cardinali. “Quella dei Piccoli amici è un'età particolare, i bambini hanno bisogno di molte attenzioni. Cercano continuamente il consenso dell'allenatore o lo sguardo di un genitore in tribuna e, più di altre fasce d'età, sono molto sensibili riguardo le proprie prestazioni. Una sensibilità che mostra i suoi effetti sia nel caso positivo, quando un bambino sa di aver fatto una cosa bella come un goal, ma anche quando a suo giudizio qualcosa va storto”. Come detto, mister Cardinali fa parte del mondo Jem's da due stagioni oramai: gli chiediamo quale sia a suo parere un punto di forza del club. “La cosa che mi piace di più dell'ambiente Jem's è l'approccio organizzativo, che sembra quasi di stampo professionistico. Oltre al continuo confronto con figure interne come Maurizio Pertusi e il preparatore motorio, che ci danno consulenze, possiamo avvalerci di realtà esterne di fondamentale importanza, come la Onlus Il Mago di Oz. Quest’anno abbiamo partecipato a vari incontri proprio con i professionisti di questa organizzazione, che hanno senza dubbio accresciuto il nostro bagaglio di competenze”. Parlando di metodologie di allenamento funzionali per questa fascia di età: “Personalmente considero questo biennio fondamentale come avviamento allo sport. Grazie all’approccio di tipo ludico del mio “mentore” Simone, penso che la giusta metodologia da adottare sia quella di cercare di dare sempre nuovi stimoli ai bambini, favorendo lo sviluppo del loro estro e della loro individualità. Sono convinto del fatto che una seduta di allenamento dovrebbe essere improntata sul divertimento. Divertimento inteso come gioia di venire al campo, giocare, confrontarsi con i coetanei, arrabbiarsi o gioire per poi tornare a casa “stanchi” e soddisfatti. In tutto questo il ruolo dell’insegnante è anche quello di sapersi trattenere dal dare continui consigli al bambino. A volte è importante anche lasciarlo sbagliare, per poi confrontarsi con lui e spingerlo a individuare l’errore, trovando, in maniera guidata ma autonoma, una soluzione”. Ci sono contesti, al di fuori del mondo Jem's in cui purtroppo la realtà è diversa e dove sul bambino ricadono pressioni differenti. “Sì, soprattutto nel mio primo anno di esperienza, mi è capitato di confrontarmi con altre società il cui approccio era completamente diverso dal nostro. Penso che a volte basterebbe fermarsi a riflettere sul fatto che molti di questi bimbi non fanno nemmeno la prima elementare e spesso sono le aspettative di noi adulti a fare loro da zavorra. E’ giusto prendere questa professione sul serio, ma non possiamo sfogare la nostra frustrazione su bambini di 6 anni. Un motivo in più, il nostro saperci distinguere anche in questo senso, che mi rende ancora più orgoglioso di far parte della Jem's”
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