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Scuola calcio
18 Giugno 2020
In campo
Sono ben nove anni che Alessandro Di Giulio è legato ai colori del Fiano Romano, realtà dove tutt'ora allena con passione e professionalità i più giovani atleti, accompagnandoli lungo il loro percorso di crescita. Dopo aver iniziato il cammino da istruttore affiancando allenatori di grande esperienza, Di Giulio ha cominciato a seguire autonomamente i gruppi, guadagnandos la fiducia e il rispetto della società. “Un club che ho visto crescere”, ci racconta Di Giulio, “Nell'arco di questi anni è passato da una piccola realtà di paese ad un gruppo sportivo ben consolidato e rispettato anche dalle migliori società romane. Crescendo di anno in anno, migliorando sempre più nella cura dei dettagli. Il segreto? Secondo me il successo del Fiano Romano, confermato dalle iscrizioni sempre in aumento, è l'equilibrio tra agonismo e divertimento: i ragazzi crescono a livello calcistico in un ambiente sereno e privo di pressioni. Per rendere questo possibile è importante anche un grande gruppo allenatori e dirigenti come il nostro, che ponga la sintonia, la collaborazione e l'unione di intenti come pilastri del proprio operare”. Mister Di Giulio ha allenato i 2014 quest'anno: la fascia più giovane. “Allenare i bambini alla loro prima esperienza in un campo di calcio e che per la prima volta fanno parte di una squadra è tanto stimolante quanto complicato, ma tutti gli sforzi vengono ripagati dalla gioia che ti trasmettono i ragazzi. Il segreto secondo me è divertirsi e far divertire. Se i bambini si sentono coinvolti nell'allenamento, si divertono e tutto fila liscio: novanta minuti sembrano volare via per loro. Il settore della scuola calcio? Personalmente ho sempre operato nell'attività di
base, non nego che un giorno mi piacerebbe allenare nel settore agonistico ma per adesso va bene così. Sono del parere che gli anni della scuola calcio siano fondamentali per la formazione dei ragazzi, per questo tenere un gruppo "non agonistico" non vuol dire avere meno responsabilità, anzi forse ne abbiamo anche di più”. Sul periodo di quarantena, da poco superato: “Purtroppo è stato un anno molto particolare, questa pandemia ci ha tolto il periodo più bello della stagione, cioè quando a primavera i ragazzi iniziano solitamente a fare le prime partitelle, dove è possibile testimoniare i progressi e l'emozione dei bambini che affrontano altre squadre. Inorgoglisce sempre vedere dei bambini, che a settembre sono arrivati un po' spaesati, giocare le loro prime partitelle ad aprire e maggio con sicurezza e voglia di divertirsi. Peccato. Il ricordo più bello della nostra stagione? Un allenamento agli inizi di dicembre: c'erano pochi ragazzi causa brutto tempo, e dopo circa mezz'ora di allenamento ha iniziato a leggermente a piovere. Decisi di farli giocare ugualmente: la loro gioia nel poter correre sotto la pioggia è stata per me l'immagine più bella di quest'anno. Ai miei bambini, in conclusione, posso solo dire che mi sono mancati tantissimo e che spero di rivederli tutti a settembre”.
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