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Scuola calcio
18 Giugno 2020
I bambini di mister Ronconi
Il nostro viaggio alla scoperta degli istruttori che quest'anno hanno allenato i piccoli leoncini del Massimina, si conclude con Matteo Ronconi, istruttore del gruppo 2013-14 arrivato a gennaio, la fascia più giovane del settore giovanile del club di via Casal Lumbroso. Un'annata importante per i piccolini, in cui hanno imparato tanto divertendosi, ma anche per lo stesso istruttore all'esordio come allenatore, che ben si è trovato qui al Massimina, nonostante abbia potuto operare per poco tempo a causa del Coronavirus. “Sì per me quella di quest'anno è stata la prima esperienza da allenatore, quindi per questo non ho la possibilità di fare paragoni, ma conosco e ho conosciuto molti personaggi nell'ambito calcistico; quello che posso dire è che in questo club si respira un clima professionale e rilassato, a differenza di altre realtà che ho vissuto solamente da giocatore. Gli altri allenatori e il responsabile mi hanno accolto bene; mi hanno dato e continuano a darmi consigli preziosi e sono convinto che sia l'ambiente giusto per la crescita sia di un allenatore che di un giocatore. I bambini? Per me lavorare con loro, non solo per quanto riguarda il calcio, è già di per sé gratificante. Ma avere l'opportunità di insegnargli il gioco del calcio, che è la mia più grande passione, è indescrivibile. Venendo io, come giocatore, da anni di agonismo e prime squadre, poter allenare i bambini e vedere l'innocenza e la spensieratezza nei loro volti è una cosa fantastica. Loro pensano solo a divertirsi, ad imparare qualcosa durante gli allenamenti e le partitelle. Se c'è un requisito principale per essere un buon istruttore credo che sia proprio la passione, dando per scontata la competenza, che è la base per fare bene qualsiasi cosa”. Fare bilanci, considerando il poco tempo trascorso con i suoi bambini, non è facile. “La mia esperienza con loro quest'anno purtroppo è durata poco più di un mese: ho iniziato ad allenare il gruppo a gennaio, fino al lockdown di metà marzo. In questo mese e mezzo però, ho avuto delle belle soddisfazioni da loro. La cosa che mi ha reso più orgoglioso è stata, dopo solo un mese di lavoro, vedere dei bambini di sei anni giocare a testa alta, facendo sempre delle azioni e cercando il compagno per concludere in porta; ovviamente a quest'età non sono risultati che si vedono spesso e questo mi ha stupito”.
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