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Firma... con benefit: ecco come va in porto un tesseramento

Piscine, palestre, spa, smartphone, mini-car: alcuni club convincono così genitori e ragazzi. Una pratica illegale, con le famiglie che rischiano anche di commettere un reato

"Venghino siòri, venghino!" recitavano un tempo gli imbonitori tra le vie e le piazze delle città per attirare l'attenzione sui passanti di strada. Un urlo popolare ideato dal Circo Barnum per accaparrarsi il maggior numero di spettatori e consegnato alla storia contemporanea da Totò, intento a vendere nientemeno che la Fontana di Trevi nel capolavoro di Camillo Mastrocinque "La banda degli onesti". Un urlo mai come oggi curiosamente attuale nel nostro mondo calcistico, preso in prestito da alcuni – non pochi - addetti ai lavori del calcio giovanile laziale, intenti a formare le squadre per la prossima stagione. I 'siòre e siòri' in questo caso sono mamma e papà, molto spesso l'ago della bilancia nella scelta di un giovane calciatore, ancora immaturo per comprendere da solo la strada migliore da intraprendere, mentre i direttori sportivi e gli allenatori vestono i panni, appunto, degli imbonitori. Persone che per convincerti che il loro articolo è il migliore sul mercato, lo infarciscono di lustrini e pailettes pur di raggiungere il loro scopo. Nella scorsa edizione di Gazzetta Regionale abbiamo messo in evidenza come alcuni comportamenti – quello di convincere alla firma di un giovane con promesse mendaci o di raggiungere l'accordo arricchendo la proposta con benefit in favore della sua famiglia – possano sfociare nel reato penale. La conferma arriva da una voce autorevole, quella dell'avvocato Annafranca Coppola, specializzata in Diritto di Famiglia e Minorile, che non solo ci ha spiegato come in alcuni casi, rivolgendosi a minori con proposte illusorie, si possa arrivare a commettere il reato di circonvenzione di incapace, ma anche che i genitori stessi che accettano 'bonus' per incentivare la scelta di una società piuttosto che un'altra, cadano in un comportamento punibile penalmente.



Una premessa

Il giornalismo è materia particolare, non un profilo social da utilizzare a piacimento, sparando a zero su chiunque tenga un comportamento secondo noi inappropriato (e anche in alcuni di questi casi non sempre si rientra nei parametri della legalità, ndr). Servono prove certe o testimoni pronti a presentarsi davanti ad un giudice nel caso fosse necessario. La sacralità della fonte può tutelare un genitore o un ragazzo che denuncia un'irregolarità fino ad un certo punto durante i processi di diffamazione a mezzo stampa e da qui nasce l'impossibilità di nominare apertamente persone e società. Una precisazione dovuta ai tanti commenti che spesso leggiamo sui nostri canali, dove in più di un'occasione ci è stato chiesto di scoperchiare il pentolone. Se ne avessimo le possibilità, state certi che lo faremmo, ma non è questo il caso ed è nostro dovere proteggere il nostro giornale, chi ci lavora e chi ci aiuta a reperire informazioni, da possibili querele. Detto questo, siamo rimasti davvero sbigottiti di fronte a quella che possiamo definire una vera e propria impennata di casi poco limpidi durante la finestra di mercato giovanile e proprio di questo vogliamo occuparci. Perché dietro il tesseramento di un giovane, a volte, si nasconde un micromondo di bonus, regali, agevolazioni che aiutano a trovare più rapidamente un accordo. Alla faccia delle normative sportive e non.


Il catalogo

Basta fare un paio di telefonate, ma anche sedersi su una qualsiasi tribuna di un centro sportivo durante un match o un allenamento di inizio stagione e drizzare le antenne. Questi benefit per i genitori sono addirittura diventati un vanto da sfoggiare con gli altri papà, come fossero un metro di misura del talento di un ragazzino, del tutto ignari che accettandoli si compie un illecito. Ma quali sono questi benefit? A chi sono rivolti? In primis ai genitori del ragazzo, che spesso vengono dotati di abbonamenti per piscine e palestre presenti all'interno dell'impianto o, in alcuni casi, convenzionate con le società. La piscina è senza dubbio la voce più 'utilizzata' dagli imbonitori, ma negli ultimi tempi l'offerta benessere si è arricchita. Così, oltre alle classiche nuotate, ecco gli abbonamenti per percorsi spa molto graditi dalle mamme, così come i pacchetti massaggi, e in alcuni casi la possibilità di usufruire di cure terapeutiche gratuite. Il wellness non è però l'unico settore battuto: nel catalogo potrete trovare set di cucina, telefonini, abbigliamento e chi più ne ha più ne metta. Senza dimenticarci i mezzi di spostamento privati. Già qualche anno fa due presidentissimi del settore giovanile laziale non se le mandarono a dire in diretta tv, con l'uno che accusava l'altro di regalare motorini per raggiungere la sede d'allenamento. Ora gli orizzonti si sono allargati: sono spuntate le prime mini-car, chiavi in mano al momento della firma.


Contanti e... scouting

Quello che più preoccupa di questa situazione sono le offerte in denaro. Sempre più spesso si sente parlare di 'rimborsini' per bambini di quindici, sedici anni. Dai 50 ai 300 euro, divise spesso con i genitori. La famiglia, infatti, molto spesso accetta offerte da club distanti anche svariate decine di chilometri a patto di essere ricompensata per la benzina. Risulta difficile immaginare un motore 50cc che consuma 300 euro di carburante al mese, così ecco come una parte va al ragazzo, mentre l'altra entra proprio in tasca ai genitori. In un audio che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare, ma non ricevere, siamo stati testimoni di una trattativa tra una mamma e un dirigente di un club mai nominato durante la conversazione, o almeno nella fase registrata. Si parte da una base di mini-car e 50 euro per la benzina, per arrivare anche ad offrire 200 euro mensili ai genitori. La cosa raccapricciante, oltre allo sconcertante direttore sportivo, è la consapevolezza e la malizia che la mamma ha nel portare avanti la trattativa, aspetto che mette in evidenza come probabilmente non fosse la prima volta che si trovava di fronte ad una situazione del genere. Naturalmente in questi pacchetti è compreso il kit, che non viene messo in conto, e l'eventuale quota societaria. Ma non solo, a volte anche il fratellino più piccolo viene considerato parte integrante dell'accordo: se il più grande firma, oltre al materiale tecnico ecco azzerata anche la quota di iscrizione alla scuola calcio del secondo genito. E gli amici del pargolo? Dentro anche loro: se convinci qualcuno a iscriversi alla stessa scuola calcio di tuo figlio, ecco che il "rimborsino" assume contorni sempre più importanti dal punto di vista economico. Naturalmente tutto in nero. Naturalmente tutto nell'ordine dell'illegalità.

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