L'intervista

Jem's, Nardi: "Felici di essere tornati al lavoro"

Il preparatore atletico dei biancorossi commenta la partenza di questa nuova stagione, facendo il punto dello stato di forma dei ragazzi

La Jem's torna in campo, per la splendida e delicata stagione della ripartenza dopo il lockdown. Gioia e fibrillazione per questo lieto evento sono le sensazioni provate anche da Antonio Nardi, preparatore atletico dei biancorossi. L'ultima volta che avevamo parlato con lui è stato proprio pochi giorni prima della brusca interruzione della passata stagione. “Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato il ritorno in campo”, ci racconta il prof della Jem's, “dopo tutto quello che abbiamo passato. Durante il lockdown abbiamo coinvolto tanto i ragazzi da casa, con giochi e attività: uno spesso pensa che il problema principale sia stato meramente fisico, ma non è così. C'è una componente psicologica importante da considerare quando si parla dei mesi del lockdown, un momento storico in cui i nostri ragazzi hanno smesso di socializzare, di condividere, di vivere la normalità insieme ai propri coetanei. Per questo ci siamo impegnati, e ringrazio tanto gli allenatori e gli istruttori della Jem's per la loro viva partecipazione. Abbiamo cercato di creare esercitazioni individuali, attivando la percezione ripercorrendo gli schemi motori di base. Ma nonostante la nostra volontà, non tutti i bambini e ragazzi hanno potuto lavorare allo stesso modo: c'è chi ha un giardino a casa infatti, ma c'è anche chi ha piccoli spazi a sua disposizione”. Per fortuna ora si è tornati in campo. “Una magnifica esperienza il varcare la soglia del nostro centro e rivedere i ragazzi in campo. Ho trovato i nostri atleti cresciuti, cambiati, animati da una straordinaria e nuova motivazione, come quella che riempie ciascuno di noi dello staff. Assaporare quel momento mi ha fatto capire ancor di più quanto sia una fortuna poter far parte della Jem's, che è una vera e propria casa per tutti noi. Qui non si offre solo calcio, infatti, ma anche l'opportunità di sperimentare, di scoprire e vivere nuove esperienze”. Sullo stato fisico dei ragazzi e sul metodo di lavoro: “Priorità alla prevenzione, anzitutto. Riprendere dopo tanto tempo non è uno scherzo, è un po' come quando uno si fa male e torna in campo: bisogna ricominciare dall'inizio e per gradi. In questo periodo abbiamo valutato anzitutto la velocità di recupero dei nostri atleti e, devo dire, pensavo di trovare una situazione peggiore. Hanno perso poco e questa cosa ci rallegra: significa che abbiamo lavorato bene. Se c'è da aspettarsi una maggiore incidenza di infortuni quest'anno? L'infortunio in senso stretto, bisogna dire, non è mai la sola causa, ma una goccia che ha fatto traboccare un vaso troppo colmo. Lo stress aumenta la predisposizione all'infortunio, per questo, in un periodo come questo bisogna prestare doppia attenzione ai ragazzi. Se qualcuno fa fatica, è necessario capire perché. Un consiglio? L'idratazione. Bevete tanto ragazzi, a prescindere dalla sete: quest'abitudine può fare spesso la differenza”.

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