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L'intervista
27 Ottobre 2020
Il calcio dilettantistico si ferma per un mese. Questo uno degli esiti di quanto stabilito nell'ultimo Dpcm. Fortunatamente, però, sarà possibile svolgere gli allenamenti (con le dovute precauzioni): una boccata d'aria fresca dopo il grande spavento di domenica sera. “Sì, si tratta di uno spiraglio di luce”, commenta il presidente della Jem's Gianluca Caruso. “Sembrerebbe certa ormai la possibilità di svolgere allenamenti in sede rispettando tutti i precedenti protocolli senza però svolgere partitelle e avere presenza di pubblico. Fortunatamente, però, grazie al sistema di telecamere presenti nel nostro centro sportivo, già dalla ripresa delle attività dopo il lockdown avevamo potuto garantire alle famiglie la possibilità di poter seguire gli allenamenti dei ragazzi da remoto, da casa oppure dalla macchina. Un servizio che continuerà ad essere fornito, a maggior ragione in questo periodo. Stop alle partite? Devo dirmi ottimista riguardo la risposta dei ragazzi a queste misure: penso che i nostri bambini della scuola calcio, pur amando la partita a fine allenamento, saranno incentivati a venire al campo per poter incontrare gli amichetti e correre dietro al pallone. Per l'agonistica, invece, l'assenza dell'obiettivo-partita del weekend sicuramente rappresenterà un calo nella motivazione, ma dobbiamo essere bravi noi dello staff a stimolare i nostri ragazzi”. Dopo tanti mesi di lockdown, torna a riaffiorare lo spettro dello stop. “La cosa che mi più mi fa male, personalmente parlando, è che quando abbiamo dato il via a questa società non era il business il nostro fine. La nostra intenzione è sempre stata quella di offrire un importante servizio ai bambini, come testimonia, per esempio, anche la realizzazione di un'area verde allestita con giochi all'interno del nostro centro dove i piccoli, possono divertirsi pur non essendo nostri tesserati. E proprio questo dico che il mio più grande rammarico è il non poter far capire alle istituzioni l'importanza del lavoro che facciamo qui, l'importanza dello sport. Lo sport non è solo uno sfogo: è scuola, perché attraverso esso si impara a vivere e a stare con gli altri, ed è salute, perché toglie i bambini dagli schermi, spingendoli a muoversi. Purtroppo, chiuderci significa portare i bambini della scuola calcio a rintanarsi in casa con i videogame e i ragazzi grandi ad andare in strada a giocare per conto loro, senza controllo. Una situazione paradossale davvero. Poi non voglio fare il brutto anatroccolo: ci sono tante realtà come ristoranti e locali che patiscono queste misure come noi, è chiaro”. Sul futuro: “Eravamo partiti carichi in questa stagione, volevamo toglierci tante soddisfazioni. Logicamente non staremo immobili questo mese, ma con queste dinamiche, fermandosi e ripartendo, il meccanismo di una macchina avviata si può inceppare. Dobbiamo ora sperare che le cose migliorino, in modo da poter riprendere i campionati, altrimenti temo che possa finire come lo scorso anno. Un messaggio per i ragazzi della Jem's? Dobbiamo dimostrare a tutti cosa significa lo sport per noi. Se smettiamo di venire al campo, se smettiamo di allenarci, gliela daremo vinta, dimostrando che lo sport, evidentemente, è qualcosa di non essenziale. Cerchiamo invece di godere di quello che ci è stato concesso: non possiamo mollare”.
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