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Ostiense, Brenelli: "Il nuovo stop è una brutta botta"

Il capitano del club biancoverde dice la sua sulla sospensione delle attività

03 Dicembre 2020

NIccolò Brenelli

Niccolò Brenelli, capitano dell'Under 19 provinciale dell'Ostiense

I capitani rappresentano la squadra in ogni momento, anche nelle situazioni estremamente complicate. Il coronavirus ha fermato lo sport, causando danni imprevedibili soprattutto tra i giovani atleti. Tra le categorie più a rischio figura quella degli Under 19, l’ultima in ordine d’età prima di passare al calcio dei grandi. Aprendo un canale diretto con i protagonisti abbiamo deciso di interpellare i capitani di alcune squadre laziali. Niccolò Brenelli, attaccante classe 2001, guida la Polisportiva Ostiense, compagine inserita nel girone E dei provinciali. “Questo nuovo stop è una brutta botta per noi, specialmente dopo il lockdown di marzo. Sì, ora ci possiamo allenare con molti esercizi di tecnica individuale, ma a livello di svago non è il massimo, almeno a livello personale. Per ciò che concerne la squadra, tutti sono consapevoli che bisogna allenarsi bene per mantenere il livello e riacquistare la forma fisica di settembre. Abbiamo obiettivi importanti e fermarsi di nuovo significherebbe buttare tutto”. Gli obiettivi, nonostante lo stop, restano chiari nella mente di Niccolò e la sospensione dei campionati non ha avuto alcun effetto positivo: “Gli effetti sono stati totalmente negativi perché la concentrazione diminuisce con il passare dei giorni. Bisogna cercare di allenarsi al meglio, ma non per tutti è così semplice. L’obiettivo di vincere il campionato e ottenere la categoria deve essere fisso nella mente di ognuno di noi”. Da capitano con qualche presenza in prima categoria e tra i più grandi del suo gruppo, Brenelli sente la responsabilità dei suoi compagni e, con l’aiuto degli altri leader cerca di tenere alta l’asticella. “Sentiamo la responsabilità di essere da esempio. C’è molto affiatamento con gli altri 2001 (De Luca, Poggi, Di Felice, Catenacci) e con il mister Fasciolo e gli allenatori in seconda. Cerchiamo sempre di motivare gli altri e spingerli a dare il massimo in allenamento. Vincere il campionato non è un obiettivo facile e noi cerchiamo di lavorare sulla testa, oltre che sulla tecnica. Portiamo avanti un discorso di disciplina come l’arrivo puntuali o in anticipo al campo, il rispetto verso lo staff, l’arbitro e gli avversari, quei dettagli che in partita fanno la differenza. L’obiettivo deve essere perseguito tutti uniti, da chi va in campo a chi va in tribuna”. Al momento però nessuno può andare in campo e il rischio abbandono è molto forte tra i ragazzi dai diciassette ai diciannove anni. “Conosco persone che in questo periodo pensano - che gioco a fare senza partita? Nel nostro gruppo però non è ancora mai capitato e anche i ragazzi più piccoli sono tra i primi a venire al campo e ad allenarsi con impegno. Io avevo smesso, sono ripartito dalla Prima Categoria e ora sono tornato in Juniores. Sono dell'idea che se ti piace lo fai, in questo momento rappresenta uno svago fondamentale dal lavoro o dalla scuola”. La partita nel fine settimana non va preparata, ma Niccolò ci racconta di come il suo gruppo sia comunque pronto a un eventuale ritorno in campo. “Affiniamo molto la parte tecnica perché tutti dobbiamo migliorare svariati aspetti. C'è spazio anche per concetti tattici, distanziati e senza contatti, perseguiti dal mister con nuove esercitazioni che propone di volta in volta per invogliarci all’allenamento. Speriamo davvero di tornare in campo al più presto, magari dopo Natale”.

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