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l'intervista
08 Febbraio 2021
Polisportiva Carso, il tecnico Mauro Rubba (Foto ©Capotosto)
La scuola calcio è tra i settori più delicati e al contempo più in affanno nell’ultima annata. Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare le parole di Mauro Rubba, coordinatore didattico della scuola calcio della Polisportiva Carso: "Questo è il mio secondo anno qui, ma si tratta di un ritorno, avevo lasciato questa società nel 2011, ma anche grazie a Gennaro Del Prete (responsabile della scuola calcio), con cui c’è un’amicizia che ci lega da anni ed una gran sinergia sul lavoro, sono rientrato nel 2019, è stato un matrimonio facile. Inoltre alleno anche i ragazzi dell’under 15, che ci tengo a ringraziare per il loro impegno e la loro professionalità in un periodo complicato come questo". Durante l’assenza di Rubba, ne sono cambiate di cose nella società pontina: "Sono entrato in questo club nel 2008, a due anni dalla fondazione. Le giovanili partecipavano ai campionati provinciali mentre ora fino all’under 17 giocano in Elite, ogni anno questa società riesce a valorizzare i propri giocatori, da noi sono passati atleti che oggi giocano in grandi squadre come Roma e Genoa. Per il futuro prossimo, speriamo di riprendere quanto prima, oggi l’attività va fatta anche in prospettiva motivazionale, ed è un lavoro complicato perché mancano le certezze". Mauro Rubba poi ci ha parlato del lato gestionale di una scuola calcio: "Noi stiamo paradossalmente aumentando le iscrizioni, non abbiamo risentito di una crisi a livello numerico, poi per quanto riguarda l’allenamento ovviamente è difficile dire a un bambino che non può fare le partitelle. Da un punto di vista didattico non sempre ci sono validi istruttori, ogni scuola calcio dovrebbe scegliere attentamente il personale, dev’essere preparato e deve sapere dove intervenire dal punto di vista atletico e psicologico. Bisogna creare delle situazioni di divertimento anche attraverso i computer, offrendo ai bambini attività a distanza, bisogna permettergli di rimanere attivi anche fuori dal campo, facendoli interagire. Loro sono sempre al centro del nostro progetto".
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