l'intervista

Ponte Milvio, il presidente Giammarile: "Il nostro slogan è innovazione e tradizione"

Luca De Lellis

E' nata una nuova realtà nel mondo calcistico giovanile capitolino, una società ambiziosa con piani ben precisi ed un unico orizzonte verso cui orientare la propria realizzazione: rendere possibile la crescita dei propri ragazzi all'interno di un ambiente sano, con valori e principi cardine che non possono essere negoziati. Il Ponte Milvio vuole stupire ripartendo da zero, sulle ceneri della vecchia Costantiniana. Il progetto ci viene raccontato da colui che ne è stato fondatore, il Presidente Enrico Giammarile, insieme ai suoi due soci Luca Maffera (nel ruolo di Vicepresidente) e Michele Migro (tesoriere): "Nasce da un discorso che sei targato come una squadra che ha origine all'interno di una parrocchia 11 anni fa e che poi si è evoluta, ma ti accorgi che la gente ha dei pregiudizi e ti ha già etichettato come un certo tipo di società. Invece noi abbiamo dei dipendenti molto preparati per offrire la professionalità che i ragazzi meritano. La Costantiniana era ancora vista come una squadra parrocchiale, con tutte le conseguenze che ne derivano. Il sogno di noi soci era quello di creare una società di quartiere, visto che Ponte Milvio non ne dispone". Due sono i punti cardine, le componenti che andranno a guidare costantemente la vision aziendale: "In generale rimaniamo sul nostro slogan 'innovazione e tradizione', perché vogliamo mantenere ciò che di buono è stato fatto in questi undici anni, ma allo stesso tempo io ed i miei soci sentiamo la necessità di migliorare su molti aspetti". Due sono anche i fronti sui quali i proprietari lavoreranno per rendere la società forte e competitiva nel tempo, ovvero Scuola Calcio e parte agonistica, fino ad arrivare all'under 19, se praticabile: "Restiamo affiliati con Perugia Academy. La nostra scuola calcio deve essere un posto dove i ragazzi si devono divertire giocando, l'importante per me è questo. Vogliamo mantenere un prezzo sotto la media per la scuola calcio al fine di non pesare troppo sull'economia delle famiglie e, soprattutto, avremo istruttori qualificati con tutte le credenziali che servono a livello di patentini". Per quel che riguarda l'agonistica, si procede sulla stessa lunghezza d'onda: "Partiremo dai provinciali con umiltà per poi giocarci le nostre chance di andare a conquistare i regionali. Non penso sia costruttivo operare come fanno altri che comprano le categorie, il calcio è meritocrazia. Siamo dei sostenitori dello sport sano e puro, siamo molto attenti alla scuola e all'educazione dei nostri giovani. Abbiamo già un rosa per l'under 16 e vogliamo arrivare a creare tutte le squadre, quindi Under 14, 15, 17 e 19". Un ultimo punto è quello concernente l'impianto sportivo, relativo al campo di gioco: "L'idea di prima squadra ancora non c'è. Stiamo lavorando però per avere il campo a 11 di nostra proprietà e forse potremmo riuscirci per settembre. Sempre mantenendo la politica di non intervenire sulle tasche delle famiglie, ma deve essere un bene per tutti".

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