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L'intervista

Elis, Fontanarosa "Preparo i portieri ad essere forti tecnicamente e mentalmente"

25 Febbraio 2022

Elis, Fontanarosa "Preparo i portieri ad essere forti tecnicamente e mentalmente"

Essere il preparatore dei portieri di una società in forte sviluppo è un ruolo tanto importante quanto difficile. Alfio Antonio Fontanarosa, è il preparatore dei portieri della scuola calcio e del gruppo agonistico ELIS e la sua presenza è fondamentale per la crescita dei ragazzi: “Sono orgoglioso del mestiere che faccio. L’ELIS è un ambiente sano dove si respira e si vive di calcio più che di chiacchiere. In questi ambienti spesso si vive di pressioni eccessive, ma per fortuna qui no, c’è stima l'uno dell'altro, c'è fiducia e soprattutto c'è comunicazione. In società ci accomuna soprattutto la voglia di crescere, sia come ambiente che scuola sportiva. Sono contento della scelta che ho fatto e spero di rimanere ancora a lungo”. Passare da bambini a ragazzi quasi adulti non è semplice, ma Fontanarosa sa come gestirli: “Questa stagione ho cominciato a lavorare in modo più costante e duro, dal settore della scuola calcio al settore dell'agonistica fino all'under 18, e i metodi di lavoro cambiano parecchio. La maggior parte degli allenamenti sono individuali e con la scuola calcio, dai più piccoli, iniziamo con i primi tuffi ed a capire come funziona l’orientamento tra i pali e l’abc del portiere in termini di movimento. Con la scuola calcio bisogna lavorare molto sull'atteggiamento e sull’aspetto mentale visto che, essendo ancora piccoli e non abituati, molti hanno paura di farsi male. Cerco sempre di trovare metodi divertenti per coinvolgerli al meglio e farli rimanere sul pezzo. È importante che siano concentrati, solo in questo modo possono assorbire ogni input. Un altro lavoro su sono molto attento e nella quale ci metto tanta passione, è quello della coordinazione. Questo tipo di allenamento mi dà moltissime soddisfazioni una volta che vedo i risultati, perché spesso queste nuove generazioni non hanno vissuto come quelle precedenti: chi non si poteva permettere la scuola calcio era abituato a stare in strada, a scavalcare e ad imparare non sui campi. Quindi l’aspetto acrobatico veniva fuori per le esperienze di vita, proprio per questo con i miei ragazzi lavoro molto con esercizi come capriole e altri esercizi a corpo libero. I miei metodi di lavoro non hanno dei punti focali, tendo ad andare il più possibile incontro ai ragazzi. Quando vede delle carenze inizio a lavorarci sopra con insistenza. Non mi piace essere monotono, nell’arco del mese cerco di preparare più allenamenti, sempre con lo stesso scopo, ma che siano diversi. Non ho un allenamento standard”. Naturalmente oltre all’aspetto tecnico, c’è anche quello mentale e il rapporto che si instaura: “Il mio approccio con i ragazzi è sempre il solito, quello di non essere troppo severo visto che il ruolo del portiere è molto delicato. Questo è un discorso che porto anche con i più grandi. Devo essere molto elastico mentalmente e di conseguenza quando sbagliano cerco di non rimproverarli troppo in modo che, quando dovranno fare i conti con un errore anche in futuro, saranno sempre sereni. Anche i professionisti sbagliano. Il mestiere del portiere non è facile: è l’ultimo baluardo per difendere l’attacco avversario e molti ci fanno affidamento; quindi, tendo a preparare i ragazzi sin dalla scuola calcio a capire che questo è un ruolo delicato e fondamentale. Negli ultimi 10-15 anni questo ruolo è cambiato tantissimo, soprattutto per renderci la vita più complicata; quindi, il mio obiettivo è preparare mentalmente i ragazzi alle difficoltà, mentre, con i più grandi, cerco di portare la loro preparazione mentale e tecnica ad uno step successivo. Le situazioni con il quale si interfacciano sono diverse, si lavora sulla lettura dei tempi di gioco, sulla velocità, si fa tanto lavoro di resistenza e soprattutto tantissimo carico fisico. Però, ripeto, con i più grandi si tende a migliorare le loro abilità e a portarli ad essere dei leader. Saper comunicare, saper gestire e aiutare la squadra dei momenti chiave è fondamentale. Con loro, infatti, sono leggermente più severo, soprattutto quando sono superficiali. Quindi, in generale, il mio rapporto con i ragazzi della scuola calcio e del settore agonistico è un rapporto di dare e avere, di amicizia e rispetto allo stesso tempo”. Il preparatore conclude poi con i ringraziamenti, alla società, ai ragazzi e ai suoi cari: “Dal 2016 ho iniziato questo percorso grazie al mio vecchio preparatore Antonio Lepori, al quale sarò sempre grato. Ho ancora tanta strada da fare nella mia però finora ho avuto dei picchi di crescita molto buoni. Ci tengo a ringraziare poi tutta la società ELIS per questa opportunità, tutti i ragazzi  che alleno e la mia compagna in dolce attesa”.

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