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L'intervista

Totti Soccer School, Marino: "Bisogna correre in campo, non nella vita"

Le parole dell'istruttore: "La comunicazione è fondamentale nel lavoro con i bambini"

10 Marzo 2022

Alessandro Marino

Alessandro Marino (Foto ©Totti Soccer School)

Alessandro Marino, istruttore dei Primi Calci 2014 della Totti Soccer School, ci racconta il lungo cammino avviato in società ben tredici anni fa.

Raccontaci della tua esperienza nel club
“Sono in società dal 2009 in qualità di istruttore della scuola calcio, sin dai primi anni ho gestito le fasce d’età più basse come Pulcini e Primi Calci. Perché? Ti danno soddisfazioni difficili da spiegare. Dai 7 agli 11 anni i bambini sono come delle spugne che attraverso il gioco vogliono imparare a far sempre meglio nello sport che più li appassiona”.

Qual è stato il percorso che ti ha portato a voler intraprendere la carriera da istruttore?
“Superata la maggiore età, non avendo più sbocchi nel calcio giocato ho intrapreso la carriera di arbitro federale per 4 anni. Posso dire con certezza che si è trattata di un’esperienza molto formativa che a mio avviso manca a molti istruttori. Successivamente mi sono dedicato all’organizzazione dei tornei di calcio a otto e infine ho iniziato ad allenare. L’obiettivo che mi sono prefissato sin dall’inizio è stato quello di trasmettere la passione ai bambini più piccoli”.

Nel corso degli anni come hai migliorato l’approccio con i bambini?
“Da tre anni a questa parte il rapporto è cambiato perché purtroppo sono diminuiti i momenti di condivisione come potevano essere quelli negli spogliatoi. Parlare e relazionarsi a 360° con i più piccoli è fondamentale e, ad esempio, senza poter usare per l’ questo aspetto è venuto meno. Allora ho iniziato a sfruttare maggiormente i momenti di svago durante gli allenamenti, magari con due minuti in più di pausa tra un’esercitazione e l’altra o sfruttando le giornate intere che ci vedono protagonisti nei tornei organizzati dalla società”.

Com’è cambiata invece la Totti Soccer School?
“La Società è cambiata nel tempo migliorandosi anno dopo anno. E per migliorie intendo soprattutto a livello di organizzazione. Noi istruttori siamo sempre stati messi al centro del progetto e tutelati con le varie figure che orbitano intorno al centro. Fornire agli iscritti e alle loro famiglie uno staff qualificato è preparato a lungo andare fa la differenza”.

Quale consiglio ti sentiresti di dare ad un altro istruttore più giovane?
“Stando qui ho imparato che più faccio domande ai bambini quando stiamo in campo e più ho soddisfazione nel vedere loro che rispondono. Capire se si ha la capacità di mantenere alta l’attenzione dei ragazzi è fondamentale, altrimenti bisogna cambiare approccio o metodo. Per un istruttore credo che le soddisfazioni siano proprio quelle di poter insegnare qualcosa che sia di natura calcistica o comportamentale o di qualsiasi altro tipo. L’importante è che il bambino cresca e migliori.  Avendo io collaborato con molti istruttori ho cercato di apprendere qualcosa da ognuno di loro per potermi migliorare. E passati 13 anni ormai posso dire di essere stato fortunato perché più esperienze fai e più ti arricchisci. Sia quelle negative che quelle positive”.

Vuoi concludere con un messaggio in particolare?
“La filosofia della Totti Soccer School è sempre stata “mi diverto giocando e i frutti si vedranno col tempo”, dobbiamo correre in campo e non nella vita per bruciare le tappe”.

Ufficio Stampa Totti Soccer School

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