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L'inchiesta/1

L'Italia s'è persa - Educazione fisica, una materia follemente bistrattata

Per numero di ore all'interno degli istituti scolastici in Europa siamo al 42° posto

06 Aprile 2022

L'Italia s'è persa - Educazione fisica, una materia follemente bistratta

L'Italia è brava (in teoria), ma non s'impegna (in pratica). La nostra Italia alunna, che si fa bella di parole che rimangono sospese per aria, che entra in classe e si va subito a sedere all'ultimo banco, che inventa scuse per non rispondere all'interrogazione. Che si becca spesso un 4, a volte anche un 2 quando arriva direttamente impreparata. Se le due cifre le unite leggerete 42, come la posizione che occupiamo in Europa nella classifica delle ore che le scuole dedicano all'attività motoria. Numeri che rattristano, stilati pochi anni fa dalla Commissione Europea e da Eurydice, lontani da quelli virtuosi della Francia, prima per quel che riguarda gli istituti secondari. Nel nostro paese, per quel che concerne la primaria la situazione è ancora più preoccupante. Fino a un anno fa l'educazione motoria era affidata ad insegnanti generalisti. Cioè? In parole povere, se l'ora (non obbligatoria) era gestita dalla maestra (per esempio) di italiano, la stessa, oltre a non avere le competenze per instradare i ragazzi alla ginnastica e allo sport, poteva anche liberamente scegliere di usufruire di quel tempo a disposizione per concedersi un'ora in più di insegnamento della sua materia. Triste emblema di quanto nel recentissimo passato, e per tantissimi anni, l'educazione motoria sia stata vista, soprattutto nelle scuole elementari, come un semplice momento di svago, di ricreazione, un ramo di cui privarsi senza troppo dolore. Parliamo al passato perché, fortunatamente, recentemente un primo segnale è arrivato ed è datato ottobre 2021 con le parole del Sottosegretario con delega allo Sport, Valentina Vezzali:  "Siamo ad una svolta storica. La legge di bilancio ci consentirà di inserire l’educazione motoria dall’anno scolastico 2022-2023 a partire dalla quinta classe, per proseguire negli anni a venire con tutto il primo ciclo. Abbiamo una generazione di giovani, nativi digitali, alcuni dei quali non sono nemmeno in grado di fare una capriola, e forse non ci hanno mai provato. Non possiamo permetterci questo, perché l’attività fisica mette in relazione psiche e corpo attraverso il gioco2. Parole scontate forse, ma che, da chi fa politica, non abbiamo mai ascoltato. Perché l'attività fisica non è solo divertimento, ma soprattutto una questione di salute, fisica e mentale. Ripartiamo da qui, invitando una volta di più le Istituzioni a reinvestire anche sulle strutture: molte sono fatiscenti e alcuni istituti sono addirittura privi di palestre. Una situazione triste che una nazione come la nostra e con una storia gigante alle spalle non può permettersi. La stagione 2022/ 2023 sarà l'anno zero, un piccolo passo, ma che dovrà essere solo il primo di tanti, per riportare i nostri ragazzi ad apprezzare lo sport, l'attività fisica e la sua importanza. Per ritrovarsi un giorno a goderci una generazione di calciatori, pallavolisti, cestiti, eccetera. Perché questo è quello che l'Italia pallonara (e non solo) chiede. Un'Italia abituata ad esultare e che vuole tornare a sedersi ai primi banchi della classe.

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