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LO SPECIALE
L'attaccante gialloblù ci racconta la settimana della finale del Cinecittà Due, dalla preparazione al momento che ha visto il club di Via Della Pisana sul tetto del Lazio
12 Luglio 2023
Una finale non si scorda mai, lo sa bene Lorenzo Lombardi, attaccante dell’Urbetevere e autore del gol decisivo che ha regalato il titolo regionale del campionato Under 16 Elite. Abbiamo rivissuto insieme a Lorenzo tutti i momenti della settimana che hanno portato i gialloblù ad alzare la coppa in quel di Cinecittà. Non si può non partire dal post Urbetevere - Spes Montesacro dove, tra l’altro, Lombardi sigla il gol che vale il passaggio del turno: "Dopo la semifinale con la Spes Montesacro ci siamo allenati lunedì, mercoledì e giovedì. Lunedì eravamo ancora galvanizzati dalla vittoria, sulla carta sembrava una partita semplice però non era assolutamente scontato visto il grande percorso che avevano fatto ed essendo la loro prima volta in una fase così avanzata della competizione. Però durante gli allenamenti eravamo consapevoli che mancava l'ultimo step per raggiungere l’obiettivo che i miei compagni aspettavano da inizio stagione e io da gennaio quando mi sono unito a loro. Dal punto di vista tecnico non abbiamo cambiato nulla rispetto al solito e forse questo è stato il nostro punto di forza. Il mister ha provato qualcosa di nuovo ma alla fine ha optato per giocare come eravamo soliti fare ed è risultata la carta vincente". In una finale lo studio dell’avversario diventa cruciale: "Si ovviamente abbiamo iniziato a parlare del Savio già da lunedì, sapevamo che loro potevano recuperare dei giocatori e abbiamo lavorato su quelli che secondo noi erano i loro punti deboli ma, allo stesso tempo, cercavamo di concentrarci più sui nostri punti di forza per fare noi la partita". Dopo una settimana di lavoro si arriva al venerdì, mancano 24 ore alla contesa più importante dell’anno, Lorenzo ci racconta le emozioni di quei momenti: "Venerdì non ci siamo allenati e non siamo stati insieme, personalmente non ho avuto ansia perchè ho avuto la fortuna di giocare tre finali in due anni, con l’Under 15 e l’Under 16 della Tor Tre Teste quindi non era la mia prima volta ed ero abbastanza tranquillo. In più ero convinto che avremmo potuto fare bene". Arriva quindi il grande giorno, l’arrivo al campo e il ritrovo con i compagni prima di scendere in campo per gli ultimi 80’ di questa stagione: "Il giorno della gara siamo arrivati al campo con la solita ora e un quarto di anticipo, non mi sentivo teso anche se un pò di tensione sale sempre in queste gare. Prima della partita scherzavamo con gli altri ma eravamo consapevoli di giocare una finale quindi possiamo dire che fosse più una sorte di distrazione prima di iniziare a pensare alla partita". Si entra quindi poi negli spogliatoi, ci si cambia, si allacciano gli scarpini per poi sentire le ultime indicazioni del mister prima di scendere sul rettangolo verde per il riscaldamento: "Solitamente il mister non parla molto, ci ha dato qualche indicazione in generale. Personalmente mi è salita un pò di tensione dopo il riscaldamento perché sapevo che stavamo per iniziare. Prima di uscire per andare dall’arbitro il mister ci ha detto di giocare come sappiamo e, secondo me, è stata una situazione che ha gestito al meglio perché sapeva che non doveva metterci ulteriore tensione". È tutto pronto, ci si mette in fila e si segue la terna arbitrale per la sfilata iniziale, il tempo dei saluti, delle foto di squadra, dell’ultimo rito pre-partita con i compagni e ci si posiziona in campo per il fischio d’inizio. La sfida promette spettacolo già dai primi minuti, poche parole e molti fatti che portano poi l’Urbetevere a passare in vantaggio sfruttando un calcio di rigore realizzato da Di Vico: "Siamo passati in vantaggio subito, cosa che non capita spesso in questo tipo di gara. Il gol però non mi hai aiutato tanto a rilassarmi perché in una partita del genere non puoi permettertelo, abbassare la concentrazione anche solo per il tempo di un’azione può costare caro. Passare in vantaggio però è stata una grande emozione dato che, come dicevo, non capita sempre in partite del genere". Il Savio si è però confermato come una squadra molto ostica, riuscendo a pareggiare dopo un quarto d’ora: "È stato un duro colpo che però non ci ha abbattuto, personalmente credo sia la squadra più forte che abbiamo affrontato quest’anno. Quel gol ci ha dato ulteriore motivazione e ci ha dimostrato che a giocare quella partita c’erano due squadre forti, bastava una sola giocata per cambiare la gara". Termina quindi sul risultato di 1-1 il primo tempo e Lorenzo ci racconta il clima dello spogliatoio al termine dei primi 40': "È strano da spiegare, non eravamo tranquilli ma nemmeno agitati, eravamo tutti uniti, non ci siamo scomposti o arrabbiati per qualche giocata sbagliata". Una volta rientrati in campo arriva l’episodio che cambia la gara, Delli Carri viene espulso per doppia ammonizione: "Ovviamente è stato l’episodio che ha cambiato la partita, non stavamo soffrendo ma sicuramente stavamo subendo molto. È stata una decisione che a quel punto cambia le sorti della partita". Passano venti minuti, la gara sembra non volersi sbloccare, ma poi arriva il momento che probabilmente Lorenzo non dimenticherà mai: "Ho visto Manuel Marzulli che si allungava la palla e appena ho visto lo spazio gli ho urlato di lasciarmela. Lui me l'ha lasciata o non so se non mi ha sentito visto che sentire un tuo compagno in una situazione del genere è difficile. Fatto sta che mi sono ritrovato lì il pallone e dopo aver visto la rete gonfiarsi riuscivo a pensare solo che ero io ad averla messa dentro. Sono sensazioni uniche che non si vivono tutti i giorni". Infine, il racconto degli ultimi minuti prima della gioia: "Sono stato cambiato a dieci minuti dalla fine, sono stati i dieci minuti più lunghi della mia vita, non riuscivo a stare fermo, sono andato anche a bere alle fontanelle pur di farli passare. Al fischio finale l’emozione è stata immensa, la prima cosa che ho fatto è stata correre verso Mattia Santagostino e urlargli che ce l’abbiamo fatta. Eravamo increduli e contentissimi di quello che abbiamo fatto. Vedere Mattia alzare la coppa è stata la parte più bella, abbiamo veramente realizzato quello che abbiamo fatto. La realizzazione di tutto il duro lavoro, ci sono state volte che ci siamo allenati in sette e secondo me questo campionato lo abbiamo vinto in quegli allenamenti".
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