SCUOLA CALCIO

Indomita Pomezia, Casodi: "L’obiettivo è far sì che ogni bambino sia felice di far parte di un ambiente sereno"

UFFICIO STAMPA INDOMITA POMEZIA

È ufficialmente iniziata anche la stagione della scuola calcio in casa Indomita Pomezia, i campionati sono partiti ed hanno dato modo ai tecnici gialloneri di avere i primi riscontri sul lavoro svolto. A parlarci di questo avvio c’è Mario Casodi, Responsabile della Scuola Calcio che commenta questa partenza: "Quest'anno abbiamo fatto un record, se così vogliamo dire, abbiamo iscritto ben nove squadre ai vari campionati, tre di Esordienti, quattro di Pulcini e due di Primi Calci. Siamo stati molto contenti per tutti dato che i ragazzi aspettano con ansia questo momento perché per loro è il primo check che gli permette di confrontarsi con i loro pari età. Per noi tecnici invece è un momento di osservazione perché possiamo verificare che il lavoro svolto sia stato recepito nel migliore dei modi. Quello che vogliamo fare all'Indomita Pomezia è di far passare la partita come un momento di festa in cui i ragazzi e i genitori si divertono e noi possiamo osservare come procede il lavoro e verificare quello che possiamo migliorare. Con gli altri tecnici abbiamo completato il primo ciclo di valutazione di tutti i ragazzi, in cui analizziamo sulla base di una quarantina di caratteristiche, sia tecniche che relazionali, i nostri ragazzi. Questo lavoro ci permette poi di avere un'idea su punti di forza e debolezza. Ora, con il passare delle settimane, naturalmente l’obiettivo diventa quello di andare a migliorare i punti di forza e lavorare su quelli deboli". All’interno di una scuola calcio un aspetto tanto delicato quanto cruciale è quello della gestione, da parte dei tecnici, dell’emotività dei bambini e delle loro capacità comunicative: "Questo è un argomento delicato che abbiamo trattato anche nelle riunioni con i tecnici e che bisognerebbe approfondire molto. L’allenatore della scuola calcio svolge un ruolo più profondo rispetto a quello che può fare per esempio un allenatore in agonistica per esempio. Questo semplicemente perché il nostro compito è, oltre quello dello sviluppo delle abilità tecniche e sportive, quello di preoccuparci della parte emozionale e relazionale avendo tra le mani dei bambini in crescita. Un esempio può essere quello di un bambino che vorrebbe essere in un gruppo e invece è in un altro, il nostro compito è quello di fargli capire che non esistono gruppi più bravi o meno bravi e togliergli eventuali dubbi. Il nostro obiettivo principale è quello che ogni bambino venga e vada via dal campo contento, felice di far parte di un ambiente sereno". 

This page might use cookies if your analytics vendor requires them.