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L'INTERVISTA
17 Settembre 2024
Luca Ripa, ds del Città di Ciampino
Per il Città di Ciampino ormai da due settimane è iniziato il campionato della Juniores, ora da questo weekend ai nastri di partenza ci saranno le restanti categorie Elite. Ad aprile Luca Ripa, ormai veterano nel territorio laziale, è entrato a far parte della società rossoblù come direttore sportivo. Il responsabile del settore giovanile degli aeroportuali si è soffermato su vari temi che riguardano il suo ruolo e non solo.
Partiamo da una panoramica sul lavoro svolto nel corso dell'estate.
"Abbiamo fatto quello che potevamo fare. Come in tutto non si è mai soddisfatti a pieno perché si può sempre fare meglio, ma nell'insieme siamo riusciti a centrare gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Stiamo parlando di un "mercato" di un settore giovanile che dovrebbe essere costituito da un prodotto autoctono, ma in questi ultimi tempi è una cosa che non si riesce più a fare. Le società di primissima fascia hanno innescato questo modo di lavorare che chiaramente si ripercuote in tutta l'agonistica".
Quali sono le peculiarità che deve avere un giocatore della sua società.
"Ho sposato una filosofia di un club che ho apprezzato tantissimo: con la famiglia Cececotto abbiamo messo in piedi un progetto che prevede un'identità ben chiara. Chi entra qui deve avere un'appartenenza forte a questa maglia, cerchiamo di puntare su atleti che provengono dalle nostre zone, così che non dovendo fare tanti sacrifici sugli spostamenti possono lasciare l'attenzione alla scuola e anche per agevolare i genitori che li seguono in questa passione. Facciamo ovviamente delle selezioni come in tutto il mondo sportivo, ma al di là di questo la società tiene ben saldi i propri principi: qui il campo è aperto anche la domenica pomeriggio, il presidente tiene a tenere un ambiente sano dove i ragazzi si devono divertire con il pallone tra i piedi".
Oramai anche nelle giovanili si tratta di vero e proprio calciomercato, le chiedo quindi se e come sia cambiata la figura del Direttore Sportivo.
"Tengo a precisare che la figura del direttore sportivo dovrebbe essere attribuita più per le prime squadre, perché chiaramente oltre al mercato in ingresso e in uscita ci sono altre caratteristiche che sono legate agli aspetti economici. Per quanto attiene il settore giovanile, dove io sono tra quelli riconosciuti dalla federazione, si dovrebbe parlare di responsabile del settore giovanile dilettante che è una figura contemplata dal regolamento che in qualche modo cerca di essere la parte di collegamento tra quelli che sono i vertici della società, gli allenatori, i ragazzi e le famiglie. In queste categorie non si può parlare di cessione o acquisizione di un giocatore, semplicemente si tratta di una gestione delle dinamiche di gruppo. Noi dobbiamo presentare un progetto dove tutti gli "attori" che ne fanno parte siano integrati e accompagnati. Ho fatto parte del primo corso d'Italia del riconoscimento di responsabile del settore giovanile: siamo 69 riconosciuti nel nostro paese, di cui 39 nel Lazio e i rimanenti a Pordenone".
Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati come club?
"Quello che ho detto ai nostri giocatori è di non fare mai meno del nostro massimo, questa è la nostra filosofia. Non deve mancare la serietà con cui si affronta la stagione, le gare e si sta all'interno dello spogliatoio. Non ci siamo posti degli obiettivi di primato ma di crescita. Su qualche gruppo sarà una crescita fisica, su altri tattica o tecnica, mi auguro soprattutto che si riprendano i valori dello sport come quello di saper competere. Bisogna vivere tutto questo con estrema serenità, perché incide nella prestazione dei giocatori, creare un clima che possa portarci a delle soddisfazioni. Quali saranno? Non lo so, le migliori che sapremo cogliere. Abbiamo 5 gruppi che fanno l'Elite: l'Under 14 l'abbiamo rinnovata tanto, deve crescere a livello fisico ma non stiamo a badare a quanti centimetri è alto un ragazzo, dobbiamo offrire loro di crescere senza assillo. Il gruppo dei 2010 è stato cambiato un po', abbiamo preso un tecnico come con i 2011 esperto e navigato e speriamo di fare bene. In Under 16 c'è un sostanziale equilibrio, è una compagine guidata da mister Tiberti che è già con noi da qualche anno e sa cosa deve trasmettere agli atleti. Con i 2008 stesso discorso, il tecnico Di Cori, anche lui con noi da tempo, sono una squadra che può farci sognare. Non vogliamo mettere pressione a nessuno come con l'Under 19".
Questa sarà l’ultima stagione delle giovanili a tre gironi, qual è il suo pensiero a riguardo?
"Questa "riforma" secondo me ci deve far vedere in un modo diverso la concezione dei risultati. Soltanto 6 squadre su 14 saranno salve dirette a fine stagione, l'obiettivo primario debba essere per tutti di conquistarsi la permanenza nella categoria. Tutto quello che viene dopo sarà comunque ben accetto, può essere solo motivo di soddisfazione. So che sarà dura, ma siamo tutti nella stessa situazione. Spero che questi nuovi regolamenti non portino all'esasperazione sia in campo che nelle tribune, dobbiamo prendere questa novità nel modo migliore possibile".
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