L'intervista
Dabliu, il responsabile scuola calcio Emanuele Sanelli: "Vogliamo creare un modello"
Così l'ex Lodigiani: "Sono molto soddisfatto: in queste settimane si sono affacciati tanti bambini ma, soprattutto, ho ricevuto molte reazioni positive"
Tra i punti di forza della Dabliu, da sempre, c’è l’attenzione alla crescita dei giocatori di tutte le fasce d’età, non solo di quelli impegnati nei campionati dell’agonistica. In questa stagione la società ha scelto di affidare il ruolo di responsabile della scuola calcio ad Emanuele Sanelli, dirigente di grande esperienza che arriva da un percorso ultradecennale in una realtà ben consolidata come la Lodigiani. Esperienza che ora metterà al servizio del club arancioblù sia in veste di responsabile che di tecnico all’interno dei gruppi della scuola calcio: un doppio incarico che Emanuele Sanelli si appresta ad affrontare con grande entusiasmo.
Perché hai scelto di sposare il progetto Dabliu?
"Dopo undici anni di Lodigiani è stato quasi traumatico prendere la decisione di lasciare il club, ma il progetto presentatomi dal direttore generale della Dabliu, Luca Battistini, mi ha acceso una nuova fiamma dentro. Mi sono detto che un azzardo di questo tipo poteva valere la pena farlo, anche perché a 34 anni mi sento nel pieno della mia attività ed ho finalmente la possibilità di ricoprire un ruolo che sento mio e che ho sempre voluto ricoprire. Nasco come allenatore, ho lavorato in quasi tutte le categorie giovanili, ma tutte le attività che gravitano intorno al ruolo di responsabile della scuola calcio mi hanno sempre affascinato, partendo da quelle comunicative alla scelta dei gruppi. Manterrò anche il ruolo di tecnico per aiutare gli altri istruttori, che avranno di fianco una figura che si mette in gioco in prima persona. Il progetto Dabliu mi ha affascinato per la tipologia di lavoro che mi è stato prospettato e per le persone con cui avrò la possibilità di lavorare. Sia Luca Battistini che Rocco Maio sono persone perbene, competenti e con in testa un’idea intrigante".
Quali sono i primi temi che hai scelto di affrontare al momento di organizzare il tuo lavoro?
"Il largo rinnovamento all’interno dei quadri tecnici mi ha portato a concentrarmi innanzitutto sull’identificazione dei valori che deve promuovere un club come la Dabliu. Dobbiamo creare senso di appartenenza a questi colori, partendo da come dare qualità e professionalità agli allenamenti andando al di là dello specifico degli esercizi. Il nostro obiettivo è creare un clima sereno all’interno dei gruppi, facendo dei giocatori i veri protagonisti del lavoro sul campo. Metodologia e modelli di allenamento arriveranno in un secondo momento, il primo passo è stato individuare quali siano le caratteristiche che individuano un istruttore della Dabliu: empatia, professionalità, capacità di esprimersi in maniera idonea con i propri ragazzi. E poi c’è la parte organizzativa, con l’abilità di saper condividere spazi e materiali, in modo da poter funzionale come una macchina messa al servizio dei nostri ragazzi".
Che rapporto si è instaurato con la dirigenza Dabliu?
"Buonissimo: c’è uno scambio di idee quotidiano. I nostri obiettivi combaciano in pieno, visto che sia da parte mia che da parte loro c’è la voglia di dare ai giovani un’idea ben precisa di cosa voglia dire essere giocatori cresciuti nella Dabliu. Chiaramente nei primi giorni c’è stata qualche difficoltà di ambientamento, poiché i cambiamenti portano inevitabilmente ad un periodo di adattamento. Ma la solidità, la forza e l’ambizione di un progetto parte dal basso per durare poi nel tempo". Quali sono gli aspetti che distinguono, e distingueranno in futuro, la scuola calcio della Dabliu? "Ora stiamo seminando, in futuro raccoglieremo frutti che ci permetteranno di distinguerci per lo stile, l’identità, la filosofia del lavoro, il modo di comunicare con i bambini, la qualità del servizio che forniremo sia sula campo che fuori. Ma anche per le esperienze che faremo vivere ai nostri iscritti, con gite, tornei, amichevoli e tanto altro. Vogliamo sviluppare anche un nostro modello di allenamento, per dare vita a giocatori dalle qualità riconoscibili all’esterno della nostra società, partendo chiaramente dagli aspetti etico e disciplinare per andare poi su quello motorio, sempre critico nelle fasce d’età più piccole".
Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati?
"A breve termine c’è la definizione degli staff tecnici, vista la grande affluenza registrata negli Open Days si è reso necessario un riesame degli incarichi, in modo da garantire un rapporto numerico adeguato e scegliere per ogni gruppo l’istruttore con le caratteristiche più adatte. A medio termine ci proponiamo di consolidare le tipologie di lavoro in base alle fasce d’età e alle caratteristiche dei bambini. Creare una seduta di allenamento standard per ogni fascia d’età sarà il primo passo, per poi dare modo ai tecnici di “manipolare” lo spazio ed il tempo a propria disposizione per seguire il percorso tracciato. Per concludere, sul lungo periodo vogliamo rafforzare il marchio Dabliu, cosa per cui abbiamo bisogno del supporto di tutti i reparti del club. Fidelizzare i bambini significa farli crescere e seguirli nel loro percorso, anche aspettandoli se si rende necessario e fare in modo che raggiungano il livello a cui vogliamo portarli, nella consapevolezza che la dose di talento è diversa in ogni persona".
Facciamo il punto del lavoro svolto fino a questo momento.
"Sono molto soddisfatto: in queste settimane si sono affacciati tanti bambini ma, soprattutto, ho ricevuto molte reazioni positive. Aver avuto la conferma che il clima viene percepito come sereno è un primo passo importante. Siamo operativi sul campo dal 26 agosto, ma è da luglio che abbiamo gettato le basi per poter essere pronti al momento dell’avvio delle attività".