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L'Intervista
26 Settembre 2024
Boreale Under 16 (Foto@Cardini)
La stagione è ormai cominciata e i match del weekend catturano gran parte dell’attenzione. Tra le società in ascesa con tante presenze nei campionati Elite c’è sicuramente la Boreale che, dopo una prima giornata scricchiolante con due pareggi e due sconfitte nelle varie categorie, continua a lavorare per favorire la crescita sia come società che dal punto di vista dei risultati. Il Direttore Sportivo Giovanni Bove, padre del calciatore ex Roma, ora alla Fiorentina, ci ha raccontato del suo recente ingresso in questo mondo e del lavoro svolto in estate in vista della stagione.
Partiamo da una panoramica sul lavoro svolto nel corso dell’estate.
“Abbiamo dovuto costruire quattro squadre al meglio, tutte per i campionati Elite, e non è stato facile, perché siamo una società in crescita che si confronta con società storiche che hanno più appeal per i giocatori; il nostro obiettivo è quello di arrivare a competere con queste grandi compagini. Il focus principale resta la formazione dei ragazzi per permettere loro di avere delle possibilità tra i professionisti, senza però mettere da parte il percorso di studi che per noi è importantissimo. È chiaro che ci vorrà un po’ di tempo, ma siamo sicuri di essere sulla strada giusta e che, anche con l’aiuto di mio figlio Edoardo, possiamo coinvolgere sempre più persone”.
Quale sono le peculiarità che cerchi in un giocatore?
“È chiaro che purtroppo il calcio sta andando verso una sempre maggiore fisicità, ma non credo che questo aspetto sia decisivo nelle scelte a questi livelli: trovare giocatori che a questa età siano bravi tecnicamente è sempre più difficile. Se mi chiedi delle caratteristiche precise ti dico che guardo ovviamente la tecnica di base, ma anche la velocità, sia di pensiero che di esecuzione; cerco dei giocatori completi, che facciano sia la fase offensiva che quella difensiva. Poi c’è tutto un bagaglio di valori, come la lealtà, la correttezza, che deve appartenere a tutti i ragazzi e su questo siamo molto attenti”.
Oramai anche nelle giovanili si tratta di vero e proprio calciomercato, ti chiedo quindi come vivi la figura del Direttore Sportivo.
“Noi abbiamo un problema enorme, ovvero che i giocatori non possono firmare per più di un anno e non sono di proprietà delle società. Alla fine di ogni stagione ti ritrovi a dover convincere i ragazzi a continuare il percorso con te, ma hai costantemente il rischio di perderli. Il nostro lavoro diventa quindi quello di creare una società accogliente per i ragazzi: strutture valide, comparto medico importante, dare la possibilità ai ragazzi di studiare, ci vuole un’organizzazione capillare che convinca ragazzi e famiglie a rimanere. Un esempio da noi è Tagliaferri, che è un ragazzo molto forte che aveva altre offerte, ma ha scelto di rimanere perché si trova bene in questo ambiente. Un’idea in questo senso sarebbe quella di creare una collaborazione con la Fiorentina, visto anche il recente trasferimento di Edoardo: credo che si possa creare qualcosa di bello per la società e per i ragazzi”.
Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati come club?
“La questione è che bisogna rimanere in Elite per riuscire ad attirare sempre più ragazzi, quindi naturalmente l’obiettivo primario resta quello di mantenere la categoria con tutte le squadre, cosa non scontata visto il nuovo format di retrocessioni. Poi abbiamo allestito rose forti che possono ambire anche a qualcosa in più della semplice salvezza, come ad esempio l’U17 e l’U15, ma questo ce lo dirà solo il campo. Il gruppo dei 2011 è formato interamente da ragazzi che vengono dalla Scuola Calcio, quindi è anche difficile stabilire degli obiettivi: l’importante è inserirli al meglio nell’agonistica”.
Questa sarà l’ultima stagione delle giovanili a tre gironi, qual è il suo pensiero a riguardo?
“Mi sembra di capire che sia un provvedimento volto a rendere il campionato più competitivo, ma non so se riusciranno ad ottenere ciò che vogliono. Troppe squadre andranno in difficoltà, sempre per quel discorso che facevamo prima riguardo l’appetibilità della società, e non mi sembra così giusto nei confronti delle tantissime persone che lavorano nel nostro settore”.
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