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l'intervista
01 Marzo 2025
Il Principe Giannini al Fiore di Marino
Il calcio contemporaneo e la visione del Principe
Le pressioni sono ormai costanti anche in tenera età, come le gestite? "Già da ora, senza che ci siano campionati veri e propri, con tutti i collaboratori che fanno parte dell'Academy c'è un confronto continuo che verte solamente sul divertimento dei ragazzi e su quelle informazioni funzionali alla loro crescita, comprese anche informazioni su eventuali infortuni e quindi su come doverli gestire nel corso del tempo. Non ci interessa minimamente dei risultati, né ora né in futuro quando giocheremo per i canonici 3 punti. I ragazzi devono vivere il calcio con grande serenità e questo è un percorso che già da adesso, con chi ha scelto di giocare con noi, stiamo facendo. Poi, è normale che la competizione verrà a galla e ci saranno ragazzi già pronti tecnicamente e mentalmente per affrontare i vari impegni mentre alcuni dovranno essere accompagnati ancor di più".
Giannini calciatore, Giannini allenatore e Giannini dirigente: ce n'è uno che prevale in questa nuova esperienza? "Dipende sempre dai momenti. Metto sul piatto la mia esperienza in tutti gli ambiti e questa mi permette di poter gestire le varie situazioni. Avendo vissuto dentro tanti spogliatoio questo mi dà la possibilità di saper trovare le parole giuste nel confronto con una squadra, ma poi dopo tanti anni riesco anche da dirigente ad essere a mio agio all'interno della segreteria. Giuseppe Giannini in un certo senso di sdoppia abbracciando il calcio nel suo concetto più ampio. Non mi fermo quindi su un'unica posizione"
C'è un modello che l'ha convinta e che ha in un certo senso seguito? "In realtà no, figure di questo tipo penso che siano più presenti all'estero che in Italia. Alex Ferguson in questo senso penso sia l'emblema mondiale di allenatore e manager che ci sia mai stato. Mi piace il modo anche come Roberto Mancini ha affrontato sia il ruolo di allenatore che quello di CT, sempre con molta lucidità. Non ho mai pensato, comunque, di emulare qualcuno".
Il percorso è appena iniziato, dove vede la sua Academy da qui in avanti? "Non mi interessa vincere titoli, ma creare ragazzi seri e con la testa sulle spalle, poi magari anche bravi a giocare a calcio. In tutto questo dobbiamo essere noi per primi ad essere bravi, nel gestire le situazioni senza pensare all'obiettivo personale e questo vale in senso generale, soprattutto poi se sei stato un ex calciatore. Un punto di arrivo comunque lo possiamo già svelare: a giugno ci sarà un torneo con grandi club come Real Madrid, Roma e Lazio".
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